giovedì 30 dicembre 2010
martedì 14 dicembre 2010
Piaghe di Calabria: l'emigrazione verso la Germania
Quel giorno di dicembre di 50 anni fa la guerra era un ricordo ancora vivo e l’unità europea poco più che una chimera. L’Italia e la Germania erano alle prese con problemi contrapposti. A Sud delle Alpi, specie nel Mezzogiorno e nelle campagne, c’era un esubero di manodopera, ma mancavano le materie prime. In riva al Reno era in atto il boom economico, ma mancavano le braccia necessarie alla produzione.
L’accordo fu trovato molto velocemente e con un ritorno politico per entrambi i governi. Con la valvola di sfogo dell’emigrazione, la Dc e i suoi alleati gettavano acqua sul fuoco delle rivendicazioni sociali dei contadini meridionali, che in quegli anni erano passati più volte alle vie di fatto, occupando i latifondi e scontrandosi duramente con la polizia e gli eserciti privati degli agrari. Da parte sua il governo Adenauer puntava a introdurre nel paese manodopera a basso costo con cui arginare le rivendicazioni salariali del movimento operaio e sindacale tedesco.
Le condizioni per uno scontro frontale tra i “Gastarbeiter”, come venivano chiamati gli italiani, e i lavoratori autoctoni c’erano insomma tutte, specie se si pensa che l’occupazione tedesca da una parte e il “tradimento” italiano dall’altra erano ricordi vicini e tragici per tutti. E, in effetti, l’accoglienza riservata ai ragazzi che arrivavano dal Sud fu, all’inizio, molto dura.
A rileggere le cronache del tempo ci si trova di fronte ad un’incredibile serie di pregiudizi: l’italiano fannullone che ruba lo stipendio che il tedesco si guadagna onestamente, l’italiano assatanato che molesta le donne tedesche, l’italiano accoltellatore e via farneticando. Della lista dei luoghi comuni faceva chiaramente parte anche l’immagine dell’italiano nemico giurato dell’igiene. Peccato che ben pochi cronisti del tempo avessero l’onestà di raccontare che i “Gastarbeiter” venivano alloggiati, a decine per stanza, in baracche fatiscenti e senza servizi igienici ai margini delle fabbriche. Spesso le stesse in cui avevano penato, fino a 10 anni prima, gli “Zwangsarbeiter”, i lavoratori coatti, anche italiani, schiavizzati dai nazisti.
Sul lavoro le cose non andavano certo meglio. Considerati carne da lavoro dai padroni e denigrati dai colleghi che vedevano in loro degli usurpatori dei posti destinati ai “fratelli dell’Est”, gli italiani potevano consolarsi solo con il rispetto dei minimi contrattuali che il sindacato tedesco era riusciti ad imporre al governo e al padronato per tutelare dal dumping i propri iscritti.
Se è vero che il lento processo di integrazione degli italiani è passato in primo luogo dall’adesione al Dgb (il sindacato unitario tedesco), è anche, però, vero che per anni i funzionari sindacali hanno visto nei “Gastarbeiter” sia dei potenziali crumiri, che, paradossalmente, dei pericolosi agitatori. Il fatto stesso di provenire dal paese con il partito comunista più forte dell’Europa occidentale era motivo di sospetto anche per i militanti del Dgb e della Spd in quegli anni di paranoia maccartista.
Il trattato sulla libera circolazione all’interno dei paesi aderenti alla Cee (1961) permise agli italiani di effettuare i primi ricongiungimenti familiari e di spostarsi a più riprese tra Italia e Germania. Erano le premesse sia per la nascita di una comunità stabile, con tanto di patronati, associazioni religiose e ricreative, che per il fenomeno del pendolarismo tra i due paesi, che, a detta di alcuni studiosi, in questi 50 anni ha interessato oltre 3 milioni di persone.
A differenza degli altri gruppi di “Gastarbeiter”, gli italiani risentirono meno del blocco dell’afflusso di manodopera dall’estero, voluto dal governo federale nel 1973 per fronteggiare la crisi economica. Molti ex “Gastarbeiter”, spesso sposati con cittadine tedesche e padri di bambini nati in Germania, si riciclarono come piccoli imprenditori, aprendo ristoranti, bar, gelaterie e negozi.
Oggi siamo alla terza generazione di italiani in Germania. Gli ex “Gastarbeiter” e i loro discendenti sono diventati parte della società tedesca e hanno contribuito a modificarne le abitudini e lo stile di vita. Chi lo desidera adesso può ottenere la cittadinanza tedesca, senza dover più rinunciare a quella d’origine. Con buona pace della destra, che fino a qualche anno fa con Helmut Kohl si ostinava a ripetere che la Germania non era “un paese d’immigrazione”, quella tedesca è una società multiculturale. E questo anche grazie ai “Gastarbeiter” arrivati dal Sud 50 anni fa.
Eppure i tanti problemi ancora sul tappeto (dall’altissima percentuale di disoccupati tra gli italiani, al disastroso rendimento scolastico dei giovani in una scuola tedesca selettiva e classista, fino al disinteresse per la politica) mettono in discussione i risultati ottenuti sulla via dell’integrazione.
Di : Tommaso Pedicini
martedì 7 dicembre 2010
Stadio pieno per l'addio ai ciclisti.Funerali "sconsigliati" ai marocchini.
Dopo la notte di veglia alla chiesa "San Giovanni Battista di Calabria", esequie allo stadio per i sette cicloamatori falciati domenica scorsa sulla statale 18. Avrebbe voluto esserci anche la comunità nordafricana. La Questura: meglio di no. Peggiorano le condizioni di uno dei tre sopravvissuti
LAMEZIA TERME - In uno stadio "Guido D'Ippolito" gremito, si celebrano a Lamezia Terme i funerali dei sette cicloamatori travolti e uccisi domenica mattina 1 sulla statale 18 dall'auto guidata da un uomo sotto effetto di cannabis. All'ingresso delle sette bare, nello stadio si leva un applauso scrosciante, rotto dalle urla di dolore dei familiari. Aprono il corteo gli atleti della squadra di cui le sette vittime facevano parte. I ciclisti si dispongono ai margini del tappeto sul prato dello stadio, aprendo un corridoio attraverso il quale i sette feretri raggiungono l'altare. Ogni bara è accompagnata da una bicicletta. Le casse sono poste su un palchetto rialzato, accanto le foto dei sette ciclisti. Dietro il corteo c'era il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, visibilmente commosso. Presente il sottosegretario al Ministero dell'Interno Michelino Davico in rappresentanza del Governo, come numerose sono le autorità civili e militari presenti, tra cui il sindaco di Catanzaro Rosario Olivo e i rappresentanti di Regione e Provincia. Secondo stime delle forze dell'ordine, sono almeno in 5mila a seguire le esequie allo stadio. Fa molto caldo, a Lamezia. Caldo che, assieme all'incontenibile emozione, determina il malore in due giovani, un ragazzo e una ragazza, a cui i sanitari del 118 prestano soccorso.
"Il gesto più grande: amare e perdonare". "Davanti alla morte noi restiamo attoniti. Davanti a queste morti siamo inermi e profondamente rattristati. Nel cuore della domenica, la notizia dell'incidente che ha coinvolto questi nostri fratelli ci ha travolti, ha gettato tutta la città in un turbine di dolore. Ha parlato al cuore di tutti gli uomini e di tutte le donne d'Italia". Così il vescovo Cantafora nel corso della sua omelia. "Noi abbiamo sempre bisogno di capire le dinamiche, spiegare le cause di fatti così terribili, attribuire le colpe. E quindi è cominciata la ridda di sentimenti contrastanti e di sfoghi legittimi. Ma, davanti a questi nostri fratelli, davanti al dramma della vita e della morte, le domande si fanno più profonde, cercano risposte, oltre che in noi, soprattutto nella parola di Dio. Dinanzi a questo grande dolore non ci resta che fissare il volto del Cristo morente, totalmente abbandonato al Padre: solo così quel cuore ha trovato pace. Siamo qui per esprimere fraterna solidarietà ai familiari. Ci sentiamo in questo momento coinvolti nella responsabilità di vivere il gesto più grande: comprendere, amare, perdonare. Non è questo il tempo di puntare il dito o di cadere nei luoghi comuni.
Piuttosto, chiediamo al Signore di saper accogliere la sua luce che viene dall'alto".
Pellegrinaggio alla camera ardente. Per tutta la notte e fino a poco prima delle esequie, centinaia di persone si sono messe in coda davanti alla chiesa di San Giovanni Battista di Calabria, dove è stata allestita la camera ardente. Preghiere, fiori, lacrime e parole di conforto ai familiari dei ciclisti morti. Nella chiesa si è protratta fino a tarda ora una lunga veglia di preghiera celebrata dal vicario della diocesi di Lamezia, don Pasquale Luzzo. Sui feretri, sistemati intorno all'altare, le foto e le maglie dei ciclisti. Il sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, ha proclamato il lutto cittadino e ha invitato i commercianti, le scuole e gli altri uffici pubblici a osservare un minuto di silenzio in concomitanza con l'inizio i funerali.
Peggiorate condizioni di un sopravvissuto. All'arrivo frontale di quel bolide impazzito dopo un sorpasso azzardato, erano dieci i ciclisti sulla statale 18, in località Marinella. Solo tre sono sopravvissuti. Fuori pericolo Fabio Davoli, ricoverato all'ospedale di Catanzaro, e Gennaro Perri, ora nel nosocomio di Lamezia Terme. Peggiorano invece le condizioni di Domenico Strangis, ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Cosenza e sottoposto ieri sera a un nuovo intervento chirurgico.
Gli altri sette ora sono lì, sette bare allineate una accanto all'altra. In perfetto ordine, come quando i sette amici andavano in bicicletta e si allineavano in fila indiana per tagliare il vento. Franco Bernardi, professore di educazione fisica, fondatore della palestra Atlas che li aveva fatti conoscere, Rosario Perri, Franco Stranges, Domenico Palazzo, Pasquale De Luca, Vinicio Puppin e Giovanni Cannizzaro. Un bidello, due avvocati, il meccanico, il giovane commerciante. Diversi per età, idee, professione, ma uniti dalla stessa passione che ogni domenica li faceva uscire di casa di buon mattino per affrontare a forza di pedalate cinquanta, settanta chilometri.
La comunità marocchina. Finché, domenica mattina, i loro destini non hanno incrociato quello di del giovane marocchino Chafik El Ketani, 21 anni, l'uomo al volante della mercedes assassina, arrestato per omicidio colposo plurimo aggravato dall'assunzione di cannabis. L'intera comunità marocchina di venditori ambulanti, circa duemila persone, ha subito manifestato la volontà di partecipare ai funerali per stringersi accanto alle famiglie dei ciclisti. Ma la Questura le ha sconsigliato di esserci, stamattina.
"Siamo vicini alle famiglie delle vittime - ha fatto sapere in serata la comunità marocchina - anche se le condizioni della grande disgrazia non ci permetteranno di essere presenti ai funerali. Ci teniamo a informare che domani ci uniremo in preghiera per commemorare e ricordare la vita spezzata di questi nostri fratelli".
Fonte: Repubblica.it
LAMEZIA TERME - In uno stadio "Guido D'Ippolito" gremito, si celebrano a Lamezia Terme i funerali dei sette cicloamatori travolti e uccisi domenica mattina 1 sulla statale 18 dall'auto guidata da un uomo sotto effetto di cannabis. All'ingresso delle sette bare, nello stadio si leva un applauso scrosciante, rotto dalle urla di dolore dei familiari. Aprono il corteo gli atleti della squadra di cui le sette vittime facevano parte. I ciclisti si dispongono ai margini del tappeto sul prato dello stadio, aprendo un corridoio attraverso il quale i sette feretri raggiungono l'altare. Ogni bara è accompagnata da una bicicletta. Le casse sono poste su un palchetto rialzato, accanto le foto dei sette ciclisti. Dietro il corteo c'era il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, visibilmente commosso. Presente il sottosegretario al Ministero dell'Interno Michelino Davico in rappresentanza del Governo, come numerose sono le autorità civili e militari presenti, tra cui il sindaco di Catanzaro Rosario Olivo e i rappresentanti di Regione e Provincia. Secondo stime delle forze dell'ordine, sono almeno in 5mila a seguire le esequie allo stadio. Fa molto caldo, a Lamezia. Caldo che, assieme all'incontenibile emozione, determina il malore in due giovani, un ragazzo e una ragazza, a cui i sanitari del 118 prestano soccorso.
"Il gesto più grande: amare e perdonare". "Davanti alla morte noi restiamo attoniti. Davanti a queste morti siamo inermi e profondamente rattristati. Nel cuore della domenica, la notizia dell'incidente che ha coinvolto questi nostri fratelli ci ha travolti, ha gettato tutta la città in un turbine di dolore. Ha parlato al cuore di tutti gli uomini e di tutte le donne d'Italia". Così il vescovo Cantafora nel corso della sua omelia. "Noi abbiamo sempre bisogno di capire le dinamiche, spiegare le cause di fatti così terribili, attribuire le colpe. E quindi è cominciata la ridda di sentimenti contrastanti e di sfoghi legittimi. Ma, davanti a questi nostri fratelli, davanti al dramma della vita e della morte, le domande si fanno più profonde, cercano risposte, oltre che in noi, soprattutto nella parola di Dio. Dinanzi a questo grande dolore non ci resta che fissare il volto del Cristo morente, totalmente abbandonato al Padre: solo così quel cuore ha trovato pace. Siamo qui per esprimere fraterna solidarietà ai familiari. Ci sentiamo in questo momento coinvolti nella responsabilità di vivere il gesto più grande: comprendere, amare, perdonare. Non è questo il tempo di puntare il dito o di cadere nei luoghi comuni.
Piuttosto, chiediamo al Signore di saper accogliere la sua luce che viene dall'alto".
Pellegrinaggio alla camera ardente. Per tutta la notte e fino a poco prima delle esequie, centinaia di persone si sono messe in coda davanti alla chiesa di San Giovanni Battista di Calabria, dove è stata allestita la camera ardente. Preghiere, fiori, lacrime e parole di conforto ai familiari dei ciclisti morti. Nella chiesa si è protratta fino a tarda ora una lunga veglia di preghiera celebrata dal vicario della diocesi di Lamezia, don Pasquale Luzzo. Sui feretri, sistemati intorno all'altare, le foto e le maglie dei ciclisti. Il sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, ha proclamato il lutto cittadino e ha invitato i commercianti, le scuole e gli altri uffici pubblici a osservare un minuto di silenzio in concomitanza con l'inizio i funerali.
Peggiorate condizioni di un sopravvissuto. All'arrivo frontale di quel bolide impazzito dopo un sorpasso azzardato, erano dieci i ciclisti sulla statale 18, in località Marinella. Solo tre sono sopravvissuti. Fuori pericolo Fabio Davoli, ricoverato all'ospedale di Catanzaro, e Gennaro Perri, ora nel nosocomio di Lamezia Terme. Peggiorano invece le condizioni di Domenico Strangis, ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Cosenza e sottoposto ieri sera a un nuovo intervento chirurgico.
Gli altri sette ora sono lì, sette bare allineate una accanto all'altra. In perfetto ordine, come quando i sette amici andavano in bicicletta e si allineavano in fila indiana per tagliare il vento. Franco Bernardi, professore di educazione fisica, fondatore della palestra Atlas che li aveva fatti conoscere, Rosario Perri, Franco Stranges, Domenico Palazzo, Pasquale De Luca, Vinicio Puppin e Giovanni Cannizzaro. Un bidello, due avvocati, il meccanico, il giovane commerciante. Diversi per età, idee, professione, ma uniti dalla stessa passione che ogni domenica li faceva uscire di casa di buon mattino per affrontare a forza di pedalate cinquanta, settanta chilometri.
La comunità marocchina. Finché, domenica mattina, i loro destini non hanno incrociato quello di del giovane marocchino Chafik El Ketani, 21 anni, l'uomo al volante della mercedes assassina, arrestato per omicidio colposo plurimo aggravato dall'assunzione di cannabis. L'intera comunità marocchina di venditori ambulanti, circa duemila persone, ha subito manifestato la volontà di partecipare ai funerali per stringersi accanto alle famiglie dei ciclisti. Ma la Questura le ha sconsigliato di esserci, stamattina.
"Siamo vicini alle famiglie delle vittime - ha fatto sapere in serata la comunità marocchina - anche se le condizioni della grande disgrazia non ci permetteranno di essere presenti ai funerali. Ci teniamo a informare che domani ci uniremo in preghiera per commemorare e ricordare la vita spezzata di questi nostri fratelli".
Fonte: Repubblica.it
giovedì 2 dicembre 2010
Crotone. Approvato il progetto per l'ampliamento del canile
E' stato approvato dalla Giunta Comunale il progetto definitivo relativo alle opere di completamento dell'oasi canina comunale, sita in località Martorana, per complessivi 150.000 €
Il progetto prevede la realizzazione di ulteriori moduli che incrementano la capacità ricettiva dell'oasi rifugio per cani, con ulteriori interventi manutentivi finalizzati al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie e funzionali della struttura in oggetto.
Il progetto prevede, inoltre, la sistemazione della strada che porta al canile.
L'opera rientra nell'ambito della convenzione urbanistica stipulata con la società Ma.mi.do s.r.l. che si è obbligata nei confronti del Comune alla realizzazione del completamento del canile municipale.
Si tratta di un intervento che si propone una duplice valenza, da un lato aumentare la possibilità di accoglienza per i cani abbandonati e consentire agli stessi di vivere in buone condizioni igienico - sanitarie e dall'altro quello di sistemare anche la strade di accesso al fine di consentire agli operatori ed ai volontari, che tanto si spendono per gli amici a quattro zampe, di svolgere la propria attività in condizioni ottimali.
sabato 20 novembre 2010
Giornata mondiale dei diritti dei bambini
Per la mancanza d'affetto e calore
un giorno il mondo ebbe un malore
e poichè si sentiva cadere
un bimbo piccino lo volle tenere.
Aprì le braccia più che potè
però non riusciva a tenere un granchè,
a lui si unì un altro bambino
ma non ne tennero che un pezzettino.
Poi vennero altri, a dieci e a venti,
e unirono mani e continenti,
bambini pallidi,giallini e mori
in un girotondo di tanti colori.
E qull'abbraccio, grande e rotondo,
teneva in piedi l'intero mondo.
M.L. Giraldo
venerdì 19 novembre 2010
Ma c'è anche la buona sanità......
Campagna "Nastro Rosa 2010": centinaia le donne crotonesi che hanno aderito
La Lilt di Crotone soddisfatta per la buona risposta del territorio alla campagna di prevenzione del tumore
Sono state centinaia le donne crotonesi, informa una nota della Lilt Crotone, che hanno aderito alla campagna “Nastro rosa” per la prevenzione del tumore al seno e all’utero. Dal 25 ottobre al 9 novembre il poliambulatorio della sede crotonese della Lilt, Lega italiana per la lotta contro i tumori, è stato aperto per la campagna di screening gratuita. In più di 10 giorni di attività sono state effettuate 111 ecografie, 197 visite senologiche e 95 pap test. “Quest’anno – ha spiegato Carla Cortese, presidente provinciale della Lilt Crotone – abbiamo registrato un numero grandissimo di richieste tanto che non ci è stato possibile soddisfarle tutte. Speriamo l’anno prossimo di poter far di più. Siamo, comunque, soddisfatti perché vuol dire che ormai la cultura della prevenzione del tumore sta prendendo piede tra le donne, soprattutto quelle più giovani. Sono state, in massima parte, le crotonesi al di sotto dei 45 anni a richiedere di sottoporsi allo screening”.
“Anche quest’anno – ha continuato Domenico Liperoti, consigliere della Lilt e coordinatore della campagna di sensibilizzazione “Nastro rosa” - la campagna “Nastro rosa” in città si è potuta attivare grazie alla sinergia preziosa tra Lilt Crotone e Asp di Crotone, grazie alla disponibilità dimostrata a riguardo dal commissario straordinario dell’Asp, Rocco Nostro e dal direttore sanitario aziendale, Angelo Carcea”.
Ad effettuare le prestazioni mediche gratuite presso la sezione crotonese della Lilt, in via Botteghelle 176, l’equipe medica composta da Marinella Anania, Antonio D’Antonio,, Domenico Girimonte, Sabrina Sacchetta, Federico Tallarigo, e dall'ostetrica Patrizia Dattoli, dal tecnico di citologia Francesco Vinciguerra che hanno prestato la propria opera volontariamente.
Questo è il quinto anno che la sezione provinciale della Lilt partecipa alla campagna “Nastro rosa” che ha come obiettivo quello di sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza vitale della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella, informando il pubblico femminile anche sugli stili di vita correttamente sani da adottare e sui controlli diagnostici da effettuare. Sconfiggere la malattia è possibile nella stragrande maggioranza dei casi, grazie soprattutto alla prevenzione e all’anticipazione diagnostica.
sabato 30 ottobre 2010
Malasanità: alla Calabria il triste primato
Da aprile 2009 a metà settembre 2010 in Italia è morta una persona ogni tre giorni per presunta malasanità. I casi denunciati alla Commissione parlamentare sugli errori nella sanità sono stati 242: 163 si sono conclusi con il decesso del paziente e 186 sono attribuibili a presunti errori mentre 56 ad altre cause.
Quasi la metà degli episodi sono accaduti in Calabria (con 64 casi di malasanità e 50 decessi) e Sicilia (con 52 casi e 38 morti). A seguire ci sono il Lazio, con 24 casi e 14 decessi, e poi Puglia, Campania e Lombardia con 15 casi, ma un diverso numero di morti: 4 nella regione governata da Formigoni, 9 in quella di Vendola e 12 in quella rappresentata da Caldoro.
In fondo alla classifica, e dunque con meno casi di malasanità, ci sono Umbria, Marche, Basilicata e Trentino Alto Adige con 1 caso ciascuna.
Superficialità, distrazioni, errori nella lettura dei referti, scambi di medicinali,ospedali fatiscenti,liste d'attesa interminabili,medici con i quali manca il dialogo,minima competenza del personale paramedico,strumentazione obsoleta: ecco le gravi carenze nel sistema di assistenza e di cura al Sud.
Purtroppo la situazione non è destinata a migliorare e allora diventano sempre più frequenti i cosiddetti "viaggi della fortuna", il trasferimento dell'ammalato in un ospedale (del Centro o del Nord) che possa offrire maggiori e più rapide prospettive di guarigione.
Quasi la metà degli episodi sono accaduti in Calabria (con 64 casi di malasanità e 50 decessi) e Sicilia (con 52 casi e 38 morti). A seguire ci sono il Lazio, con 24 casi e 14 decessi, e poi Puglia, Campania e Lombardia con 15 casi, ma un diverso numero di morti: 4 nella regione governata da Formigoni, 9 in quella di Vendola e 12 in quella rappresentata da Caldoro.
In fondo alla classifica, e dunque con meno casi di malasanità, ci sono Umbria, Marche, Basilicata e Trentino Alto Adige con 1 caso ciascuna.
Superficialità, distrazioni, errori nella lettura dei referti, scambi di medicinali,ospedali fatiscenti,liste d'attesa interminabili,medici con i quali manca il dialogo,minima competenza del personale paramedico,strumentazione obsoleta: ecco le gravi carenze nel sistema di assistenza e di cura al Sud.
Purtroppo la situazione non è destinata a migliorare e allora diventano sempre più frequenti i cosiddetti "viaggi della fortuna", il trasferimento dell'ammalato in un ospedale (del Centro o del Nord) che possa offrire maggiori e più rapide prospettive di guarigione.
martedì 19 ottobre 2010
Per quelli che, a qualsiasi età, conservano lo spirito di un ragazzino
La mia vita cominciò
Come l'erba come il fiore
E mia madre mi baciò
Come fossi il primo amore
(...)
E me ne andai verso il destino
Con l'entusiasmo di un bambino
domenica 10 ottobre 2010
10 ottobre 2003
VITA
Vorrei che fosse una canzone a dare un’emozione con insolite parole provo a scrivere di te
su di un foglio bianco latte c’è una stella che riflette gli occhi tuoi che dalla culla fanno luce nelle notte
poco piu’ di mezzo metro vali tutto gia’ per me
ma non sai che per qualcuno io valevo come te tanto amore
Vita,qui comincia la tua vita
perchè Dio m’ha regalato un amore sconfinato dal pensiero d’un peccato cominciato e mai finito
e che porto dentro me
ci saro’ io pronto a difenderti dal male
farò a pugni con la febbre per non farla mai salire, lotterò contro i dolori per non farti mai soffrire sarò sempre accanto a te,
sei vita per me
tu sei qualche cosa di speciale sei luce del mio cuore
Vedrai le nuvole arrivare poi dissolversi nel sole basterà solo una rondine per far primavera sarò io l’amico vero per giocare insieme a te
troverai qualcuno al mondo che ti parlerà di me, con amore
Ti dirà che sono stato un grande
ci sarà poi qualcun’altro a dirti non contavo niente ma alla fine quel che conta è che per te sarò importante
chi può amarti più di me, nessuno
tu che sei la vera mia ricchezza
sei l’incontro di due cuori una capanna di dolcezza
sei il futuro nel mio tempo che raccoglie tutti i giorni
ogni battito di te, sei vita per me
Prima che tu fossi figlio mio
di mio padre e di mia madre sono stato figlio anche io
ma non è bastato il tempo e tutto quello che mi manca forse è una carezza di più che avrei voluto anche io ma io non ero Dio
Vita qui comincia la tua vita prova ad andarci a piedi nudi
attraversa la tua strada sia in discesa che in salita
per cercare in ogni giorno una risposta ai tuoi perchè
sarai felice come me proprio come me a un figlio tuo gli parlerai di te.
G. D'Alessio
Vorrei che fosse una canzone a dare un’emozione con insolite parole provo a scrivere di te
su di un foglio bianco latte c’è una stella che riflette gli occhi tuoi che dalla culla fanno luce nelle notte
poco piu’ di mezzo metro vali tutto gia’ per me
ma non sai che per qualcuno io valevo come te tanto amore
Vita,qui comincia la tua vita
perchè Dio m’ha regalato un amore sconfinato dal pensiero d’un peccato cominciato e mai finito
e che porto dentro me
ci saro’ io pronto a difenderti dal male
farò a pugni con la febbre per non farla mai salire, lotterò contro i dolori per non farti mai soffrire sarò sempre accanto a te,
sei vita per me
tu sei qualche cosa di speciale sei luce del mio cuore
Vedrai le nuvole arrivare poi dissolversi nel sole basterà solo una rondine per far primavera sarò io l’amico vero per giocare insieme a te
troverai qualcuno al mondo che ti parlerà di me, con amore
Ti dirà che sono stato un grande
ci sarà poi qualcun’altro a dirti non contavo niente ma alla fine quel che conta è che per te sarò importante
chi può amarti più di me, nessuno
tu che sei la vera mia ricchezza
sei l’incontro di due cuori una capanna di dolcezza
sei il futuro nel mio tempo che raccoglie tutti i giorni
ogni battito di te, sei vita per me
Prima che tu fossi figlio mio
di mio padre e di mia madre sono stato figlio anche io
ma non è bastato il tempo e tutto quello che mi manca forse è una carezza di più che avrei voluto anche io ma io non ero Dio
Vita qui comincia la tua vita prova ad andarci a piedi nudi
attraversa la tua strada sia in discesa che in salita
per cercare in ogni giorno una risposta ai tuoi perchè
sarai felice come me proprio come me a un figlio tuo gli parlerai di te.
G. D'Alessio
giovedì 7 ottobre 2010
Arriva l'esercito a Reggio Calabria
REGGIO CALABRIA (6 ottobre) - Dovrebbero arrivare nei prossimi giorni i militari dell’esercito chiamati a vigilare sugli uffici della Procura e della Procura generale. Lo ha detto il prefetto, Luigi Varratta, spiegando che «non passerà molto tempo. Per i passaggi istituzionali, ci vorranno due o tre giorni, dovrà riunirsi il Comitato nazionale per l’ordine pubblico e poi il provvedimento sarà ratificato dal Governo. Nel frattempo in attesa della decisione, è già stato annunciato l’arrivo di rinforzi per polizia, carabinieri e Guardia di finanza con gli stessi compiti di vigilanza. L’esercito non farà controlli del territorio e non ci saranno militari per le strade. Sarà impiegato l’esercito solo per la vigilanza degli uffici giudiziari».
Solidarietà dei vescovi calabresi alla magistratura. I vescovi calabresi esprimono solidarietà al procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone «e a tutti i magistrati calabresi per il lavoro che svolgono con impegno coraggioso». Lo hanno affermato durante i lavori della Conferenza Episcopale Calabra, che si è riunita a Rossano nella casa di spiritualità Madre Isabella De Rosis delle Suore Riparatrici in occasione della celebrazione dei 1.100 anni dalla nascita di S. Nilo da Rossano. I vescovi «costatano in questo ultimo periodo una recrudescenza sfacciata della criminalità organizzata che disprezza la vita e ostacola lo sviluppo della nostra terra» e «ancora una volta ribadiscono con fermezza la condanna della Chiesa di ogni attività criminale, e chiedono a quanti aderiscono alle associazioni mafiose di convertirsi, senza coprire inopportunamente le azioni criminali con apparenze e segni religiosi».
Il bazooka utilizzato per compiere un’intimidazione al procuratore Giuseppe Pignatone poteva sparare. È quanto emerso dagli accertamenti compiuti dagli investigatori sull’arma. Il bazooka, di fabbricazione slava, ieri era stata definita un’arma monouso e inoffensiva perchè già utilizzata, ma in realtà è stato rilevato che qualora fosse stato caricato con un altro razzo, il bazooka avrebbe potuto sparare nuovamente. Le indagini della Squadra mobile reggina e degli specialisti proseguono per risalire all’origine del lanciamissili e per cercare di accertare in quale occasione sia stato già utilizzato.
Castelli: militarizzare cantieri della Salerno-Reggio Calabria. Sulla Salerno Reggio Calabria «Berlusconi dovrebbe mandare l’esercito e militarizzare i cantieri in modo che questa benedetta opera si riesca a finire», perchè lì «il problema vero sono gli attentati: ogni anno vengono fatti tra i 90 e i 100 attentati che ostacolano i lavori». Così il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Roberto Castelli, a margine del Rapporto Ance sulle «imprese di costruzioni italiane nel mondo». Secondo Castelli «se si può lavorare, in quattro anni è possibile finire l’A3» per la quale «sono stati già spesi oltre 7 miliardi, quindi - precisa il viceministro - non è vero che non è stato fatto niente, come sento dire in televisione. Ora dobbiamo spenderne altri 3 e mezzo, adesso vedremo, per terminarla». Sulla data precisa di fine lavori, che sia il 2013 o il 2014 secondo Castelli «non cambia nulla», visto che si tratta «di un’opera iniziata nel 2002».
FONTE Il Messaggero .it
lunedì 4 ottobre 2010
Tra il Lazio e la Calabria: dilagano le proteste per la chiusura di decine di ospedali!
giugno 2010
Dopo le vittorie di Scopelliti in Calabria e Polverini nel Lazio, entrambi procedono a tagli indiscriminati. Nel primo caso serve una vera rivoluzione, nell'altro viene annunciata ma è solo apparente. E gli ospedali chiudono.
Il nodo è il rientro dal debito e il governo chiede di accelerare. Niente utilizzo dei fondi Fas, ha intimato l’esecutivo, se non si prepareranno piani adeguati per ridurre con la spesa il disavanzo della sanità. L’aut aut riguarda alcune Regioni tutte amministrate dal centrodestra.
oggi, ottobre 2010
BRACCIANO( RM ) – Un presidio pubblico di cittadini, associazioni, amministratori e personale medico e sanitario di fronte all’ospedale Padre Pio per protestare contro la prospettiva di essere privati di un servizio essenziale per la salute pubblica del territorio. Ieri, dalle 10.30 alle 12.30, oltre 200 manifestanti si sono radunati in assemblea all’ingresso del nosocomio braccianese per protestare contro il piano di riordino della rete ospedaliera che il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha presentato al Ministero della Salute. Per due ore, bloccata anche la viabilità della via Bracianese-Claudia.
Striscioni, cori, slogan e interventi di autorità pubbliche e cittadini hanno scandito la protesta, ribadendo la contrarietà della cittadinanza al ridimensionamento dell’ospedale che si trasformerebbe in un punto di primo intervento, privando l’intera area di una struttura ospedaliera di riferimento.
CARIATI ( CS )-Sono scesi in piazza i cittadini calabresi per difendere l’ospedale di Cariati. Secondo le stime degli organizzatori sono stati diecimila i manifestanti che hanno percorso la strada Ss 106, partendo dall’ospedale di Cariati. Alla base del dissenso un progetto di ridimensionamento organizzativo delle strutture ospedaliere di Cariati e Trebisacce. Oltre ai cittadini, erano presenti personalità politiche locali, amministratori provinciali, comunali. Tutti in coro hanno chiesto al presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, di “rivedere le assurde e inspiegabili decisioni assunte in merito alla riorganizzazione della rete ospedaliera di un intero territorio pesantemente penalizzato e mortificato".
VERGOGNA!!!NON SI SCHERZA CON LA SALUTE DEI CITTADINI!
Dopo le vittorie di Scopelliti in Calabria e Polverini nel Lazio, entrambi procedono a tagli indiscriminati. Nel primo caso serve una vera rivoluzione, nell'altro viene annunciata ma è solo apparente. E gli ospedali chiudono.
Il nodo è il rientro dal debito e il governo chiede di accelerare. Niente utilizzo dei fondi Fas, ha intimato l’esecutivo, se non si prepareranno piani adeguati per ridurre con la spesa il disavanzo della sanità. L’aut aut riguarda alcune Regioni tutte amministrate dal centrodestra.
oggi, ottobre 2010
BRACCIANO( RM ) – Un presidio pubblico di cittadini, associazioni, amministratori e personale medico e sanitario di fronte all’ospedale Padre Pio per protestare contro la prospettiva di essere privati di un servizio essenziale per la salute pubblica del territorio. Ieri, dalle 10.30 alle 12.30, oltre 200 manifestanti si sono radunati in assemblea all’ingresso del nosocomio braccianese per protestare contro il piano di riordino della rete ospedaliera che il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha presentato al Ministero della Salute. Per due ore, bloccata anche la viabilità della via Bracianese-Claudia.
Striscioni, cori, slogan e interventi di autorità pubbliche e cittadini hanno scandito la protesta, ribadendo la contrarietà della cittadinanza al ridimensionamento dell’ospedale che si trasformerebbe in un punto di primo intervento, privando l’intera area di una struttura ospedaliera di riferimento.
CARIATI ( CS )-Sono scesi in piazza i cittadini calabresi per difendere l’ospedale di Cariati. Secondo le stime degli organizzatori sono stati diecimila i manifestanti che hanno percorso la strada Ss 106, partendo dall’ospedale di Cariati. Alla base del dissenso un progetto di ridimensionamento organizzativo delle strutture ospedaliere di Cariati e Trebisacce. Oltre ai cittadini, erano presenti personalità politiche locali, amministratori provinciali, comunali. Tutti in coro hanno chiesto al presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, di “rivedere le assurde e inspiegabili decisioni assunte in merito alla riorganizzazione della rete ospedaliera di un intero territorio pesantemente penalizzato e mortificato".
VERGOGNA!!!NON SI SCHERZA CON LA SALUTE DEI CITTADINI!
lunedì 27 settembre 2010
"La notte piccante" di Catanzaro
Sono state migliaia le persone che hanno partecipato a Catanzaro alla ''Notte piccante'', organizzata dall'assessorato comunale al Turismo.
Il centro storico di Catanzaro e' stato teatro fino all'alba di una serie di iniziative enogastronomiche, artistiche e culturali. Protagonista assoluto della manifestazione il morzello, il piatto tipico catanzarese a base di carne bovina, pomodoro e peperoncino. Molti i concerti e gli spettacoli di danza e musica. Tra gli artisti che si sono esibiti anche Daniele Silvestri.
La Notte Piccante è l’occasione per poter vivere, non solo una magica serata di festa e di allegria, ma anche la proverbiale accoglienza dei catanzaresi. Questo modo di essere dei cittadini di Catanzaro ha fatto sì che molti viaggiatori stranieri e italiani si innamorassero di questa città. L’inglese George Gissing scrisse « Qui mi sento bene, anzi molto bene, perché è qui che è più bello vivere […]. Nella mia geografia ancora sta scritto che tra Catanzaro e il mare si trovano i Giardini delle Esperidi ».
L’ evento scaturito dalla fantasia e dall'entusiasmo
dall’Assessorato al turismo del Comune di Catanzaro è giunto così al
quarto capitolo della sua già significativa storia: un successo
clamoroso testimoniato da circa settecentomila visitatori arrivati da
ogni dove. Uno sciame di folla che ha invaso le vie del centro storico
di Catanzaro per una notte protrattasi sino all’alba inoltrata che
quest'anno ha quasi raggiunto il milione di
presenze complessive. Cultura, musica, tradizione, arte e spettacolo
sono andate a braccetto per fare sin dal loro primo apparire della
"Notte Piccante" un evento sensazionale che ha avuto come suo
protagonista principale sua maestà “ u morzeddhu”, il piatto di
eccellente prelibatezza sulle tavole dei catanzaresi.
La "Notte
Piccante" rappresenta il connubio tra allegria e arte, voglia di
gastronomia e necessità di cultura, divertimento e socializzazione. In
altre parole è una notte in cui almeno l’intera provincia se non buona
parte della regione si raccorda per affollare le vie di Catanzaro.
Anche in questa edizione il colore predominante dell’evento è stato il
rosso in tutte le sue sfumature, una caratteristica che ha animato la
notte dei presenti con passione e allegria: è stata una notte in cui le
sorprese sono state continue, gli eventi musicali e artistici hanno scosso
le principali piazze cittadine.
Una notte in cui commercianti,
albergatori e tutti coloro che hanno lavorato in armonia per il perfetto
svolgimento della festa, hanno fatto risaltare il meglio che la città può
offrire.
Il centro storico di Catanzaro e' stato teatro fino all'alba di una serie di iniziative enogastronomiche, artistiche e culturali. Protagonista assoluto della manifestazione il morzello, il piatto tipico catanzarese a base di carne bovina, pomodoro e peperoncino. Molti i concerti e gli spettacoli di danza e musica. Tra gli artisti che si sono esibiti anche Daniele Silvestri.
La Notte Piccante è l’occasione per poter vivere, non solo una magica serata di festa e di allegria, ma anche la proverbiale accoglienza dei catanzaresi. Questo modo di essere dei cittadini di Catanzaro ha fatto sì che molti viaggiatori stranieri e italiani si innamorassero di questa città. L’inglese George Gissing scrisse « Qui mi sento bene, anzi molto bene, perché è qui che è più bello vivere […]. Nella mia geografia ancora sta scritto che tra Catanzaro e il mare si trovano i Giardini delle Esperidi ».
L’ evento scaturito dalla fantasia e dall'entusiasmo
dall’Assessorato al turismo del Comune di Catanzaro è giunto così al
quarto capitolo della sua già significativa storia: un successo
clamoroso testimoniato da circa settecentomila visitatori arrivati da
ogni dove. Uno sciame di folla che ha invaso le vie del centro storico
di Catanzaro per una notte protrattasi sino all’alba inoltrata che
quest'anno ha quasi raggiunto il milione di
presenze complessive. Cultura, musica, tradizione, arte e spettacolo
sono andate a braccetto per fare sin dal loro primo apparire della
"Notte Piccante" un evento sensazionale che ha avuto come suo
protagonista principale sua maestà “ u morzeddhu”, il piatto di
eccellente prelibatezza sulle tavole dei catanzaresi.
La "Notte
Piccante" rappresenta il connubio tra allegria e arte, voglia di
gastronomia e necessità di cultura, divertimento e socializzazione. In
altre parole è una notte in cui almeno l’intera provincia se non buona
parte della regione si raccorda per affollare le vie di Catanzaro.
Anche in questa edizione il colore predominante dell’evento è stato il
rosso in tutte le sue sfumature, una caratteristica che ha animato la
notte dei presenti con passione e allegria: è stata una notte in cui le
sorprese sono state continue, gli eventi musicali e artistici hanno scosso
le principali piazze cittadine.
Una notte in cui commercianti,
albergatori e tutti coloro che hanno lavorato in armonia per il perfetto
svolgimento della festa, hanno fatto risaltare il meglio che la città può
offrire.
giovedì 23 settembre 2010
Concerto-tributo per Rino Gaetano
"Nunte Reggae Più" Tribute Band
26 settembre 2010
Hangar Pub
Casamassima (Bari)
"Nunte Reggae Più" Tribute Band in esclusiva per i Fans il 26 settembre 2010 a Casamassima (Bari)
Sarà un Concerto con il botto per i fan di Rino Gaetano!
É stato fissato per domenica 26 settembre 2010, all'HANGAR di Casamassima, il Raduno per il Crotonese, uno degli eventi più attesi dei fans di Rino Gaetano.
Il Raduno è una straordinaria ed unica occasione per stare insieme, incontrarsi, conoscersi, rivedersi e mettersi in contatto con la band "Nunte Reggae Più", ascoltare la sua musica per un'intera serata.
"Nunte Reggae Più" Tribute Band
26 settembre 2010
Hangar Pub
Casamassima (Bari)
"Nunte Reggae Più" Tribute Band in esclusiva per i Fans il 26 settembre 2010 a Casamassima (Bari)
Sarà un Concerto con il botto per i fan di Rino Gaetano!
É stato fissato per domenica 26 settembre 2010, all'HANGAR di Casamassima, il Raduno per il Crotonese, uno degli eventi più attesi dei fans di Rino Gaetano.
Il Raduno è una straordinaria ed unica occasione per stare insieme, incontrarsi, conoscersi, rivedersi e mettersi in contatto con la band "Nunte Reggae Più", ascoltare la sua musica per un'intera serata.
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Autore di canzoni graffianti e appassionate, paladino del Sud e degli sfruttati, nemico giurato di tutti i politici, Rino Gaetano ( Crotone 29 ottobre 1950 - Roma, 2 giugno 1981 )è uno dei songwriter di culto della scena italiana. Ha cantato un'Italia grottesca negli anni della tensione e delle P38. Dopo la sua morte, le sue canzoni sono state riscoperte negli anni e saccheggiate senza ritegno. Ma la denuncia sociale celata dietro l'ironia delle sue filastrocche resta ancora attualissima.
"C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale!..."
venerdì 17 settembre 2010
L'Italia verso l'unità: la spedizione dei Fratelli Bandiera nel Regno delle Due Sicilie
Attilio Bandiera (1810-1844) - Emilio Bandiera (1819-1844).
Nobili, figli di un ammiraglio della Marina Austriaca, aderirono alle idee di Giuseppe Mazzini e fondarono una loro società segreta, l'Esperia (nome col quale i greci indicavano l'Italia antica) e con essa tentarono di effettuare una sollevazione popolare nel Sud Italia.
Nel marzo 1844 a Cosenza, in Calabria scoppiò un moto durante il quale il capitano Galluppi, figlio del grande filosofo Pasquale Galluppi, trovò la morte. In breve tempo ritornò la calma e con la calma il processo, dove furono condannate a morte 21 persone, delle quali solo sei furono giustiziate. Il 13 giugno 1844, i fratelli Emilio e Attilio Bandiera, disertori della marina austriaca, partirono da Corfù alla volta della Calabria seguiti da 17 compagni, dal brigante calabrese Giuseppe Meluso e dal corso Pietro Boccheciampe. Il 16 giugno 1844 sbarcarono alla foce del fiume Neto, vicino Crotone e appresero che la rivolta scoppiata a Cosenza si era conclusa e che al momento non era in corso alcuna ribellione all'autorità del re.Pur non essendoci alcuna rivolta i fratelli Bandiera vollero lo stesso continuare l'impresa e partirono per la Sila. Il Boccheciampe, appresa la notizia che non c'era alcuna sommossa a cui partecipare, sparì e andò al posto di polizia di Crotone per denunciare i compagni. L'allarme dato, raggiunse anche la cittadina di San Giovanni in Fiore.
Subito iniziarono le ricerche dei rivoltosi ad opera delle guardie civiche borboniche. Proprio quando il gruppetto si trovava alle porte di San Giovanni in Fiore, vennero avvistati dalle guardie civiche partite dal paese, e in seguito ad alcuni scontri a fuoco, avvenuti presso la località della Stragola (dove oggi si trova un ceppo in marmo commemorativo dell'eroiche gesta) nel comune di San Giovanni in Fiore, vennero tutti catturati.
Nobili, figli di un ammiraglio della Marina Austriaca, aderirono alle idee di Giuseppe Mazzini e fondarono una loro società segreta, l'Esperia (nome col quale i greci indicavano l'Italia antica) e con essa tentarono di effettuare una sollevazione popolare nel Sud Italia.
Nel marzo 1844 a Cosenza, in Calabria scoppiò un moto durante il quale il capitano Galluppi, figlio del grande filosofo Pasquale Galluppi, trovò la morte. In breve tempo ritornò la calma e con la calma il processo, dove furono condannate a morte 21 persone, delle quali solo sei furono giustiziate. Il 13 giugno 1844, i fratelli Emilio e Attilio Bandiera, disertori della marina austriaca, partirono da Corfù alla volta della Calabria seguiti da 17 compagni, dal brigante calabrese Giuseppe Meluso e dal corso Pietro Boccheciampe. Il 16 giugno 1844 sbarcarono alla foce del fiume Neto, vicino Crotone e appresero che la rivolta scoppiata a Cosenza si era conclusa e che al momento non era in corso alcuna ribellione all'autorità del re.Pur non essendoci alcuna rivolta i fratelli Bandiera vollero lo stesso continuare l'impresa e partirono per la Sila. Il Boccheciampe, appresa la notizia che non c'era alcuna sommossa a cui partecipare, sparì e andò al posto di polizia di Crotone per denunciare i compagni. L'allarme dato, raggiunse anche la cittadina di San Giovanni in Fiore.
Subito iniziarono le ricerche dei rivoltosi ad opera delle guardie civiche borboniche. Proprio quando il gruppetto si trovava alle porte di San Giovanni in Fiore, vennero avvistati dalle guardie civiche partite dal paese, e in seguito ad alcuni scontri a fuoco, avvenuti presso la località della Stragola (dove oggi si trova un ceppo in marmo commemorativo dell'eroiche gesta) nel comune di San Giovanni in Fiore, vennero tutti catturati.
Vennero prima portati presso le prigioni della cittadina silana, tranne i feriti che vennero trasportati immediatamente a Cosenza. I catturati furono portati dinanzi la corte marziale, che li condannò a morte. Il re Ferdinando II questa volta fu severo e ne graziò pochi; i fratelli Bandiera con altri sette compagni vennero fucilati nel Vallone di Rovito il 25 luglio 1844.
Si dice che le ultime parole pronunciate furono: " Fratelli,fratelli sparateci al petto e poi gridate -Viva l'Italia-"
giovedì 16 settembre 2010
Cultura,poesia,arte.....
Con il patrocinio
COMUNE DI
ROCCA IMPERIALE ( CS)
II CONCORSO INTERNAZIONALE
DI POESIA INEDITA
“IL FEDERICIANO”
(Manifestazione ideata e realizzata dall'Editore Aletti)
I partecipanti dovranno inviare da una a cinque poesie inedite, a tema libero, che non dovranno superare i 30 versi/righe, e che non siano contemporaneamente iscritte ad altri concorsi, entro
il 24 SETTEMBRE 2010
(FARÀ FEDE IL TIMBRO POSTALE DELLA DATA DI PARTENZA)
I partecipanti dovranno indicare il proprio nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, eventuale e-mail, e riportare la seguente autorizzazione firmata: “Autorizzo l'uso dei miei dati personali ai sensi della L. 675/96 e successive modifiche”.
Non saranno considerate valide le poesie inviate in forma anonima.
Le poesie più belle saranno inserite nei volumi antologici “Il Federiciano” editi e distribuiti, nella omonima collana, dalla Aletti Editore.
Gli elaborati non saranno restituiti.
Tra tutte le poesie selezionate, quattro saranno pubblicate su stele di ceramica che verranno adagiate sulle pareti di alcuni edifici del centro storico di Rocca Imperiale: il Paese della Poesia.
La redazione contatterà solo gli autori selezionati per la pubblicazione all'interno dei volumi “Il Federiciano”, i quali dovranno compilare e inviare la scheda di autorizzazione alla pubblicazione che verrà loro spedita, tramite posta, contestualmente ai risultati del concorso.
Per gli autori minorenni è prevista una apposita sezione "I Germogli - Autori in divenire". Questi ultimi dovranno inserire oltre ai propri dati, anche la dicitura "Sezione Germogli". Anche se selezionati, gli autori della sezione Germogli potranno accedere alla pubblicazione solo previo consenso scritto dei genitori.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti, anche ad autori strenieri purché mandino gli elaborati in lingua italiana.
Si possono inviare anche poesie in vernacolo.
Le opere dovranno essere inviate,
in cinque copie firmate, al seguente indirizzo:
Concorso “Il Federiciano”
Presso Aletti Editore
Via Palermo 27
00012 Villalba di Guidonia (RM)
oppure tramite un'unica e-mail all'indirizzo di posta elettronica:
ilfedericiano@rivistaorizzonti.net, che dovrà contenere la seguente dicitura “Partecipazione al Concorso Il Federiciano”; anche con questa modalità l'autore dovrà indicare nome, cognome, indirizzo e recapito di telefono.
Si consiglia di richiedere sempre la conferma della ricezione della e-mail.
La partecipazione deve avvenire mediante un'unica modalità, o tramite posta tradizionale o tramite e-mail.
Gli autori selezionati riceveranno un invito a partecipare alla serata di premiazione e presentazione del libro “Il Federiciano” e dello svelamento delle stele poetiche, presso il comune di Rocca Imperiale (CS).
Per ulteriori informazioni telefonare allo 0774-354400/ 338-8456178
www.comune.roccaimperiale.cs.it - http://www.provincia.cosenza.it
www.alettieditore.it - www.rivistaorizzonti.net
COMUNE DI
ROCCA IMPERIALE ( CS)
II CONCORSO INTERNAZIONALE
DI POESIA INEDITA
“IL FEDERICIANO”
(Manifestazione ideata e realizzata dall'Editore Aletti)
I partecipanti dovranno inviare da una a cinque poesie inedite, a tema libero, che non dovranno superare i 30 versi/righe, e che non siano contemporaneamente iscritte ad altri concorsi, entro
il 24 SETTEMBRE 2010
(FARÀ FEDE IL TIMBRO POSTALE DELLA DATA DI PARTENZA)
I partecipanti dovranno indicare il proprio nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, eventuale e-mail, e riportare la seguente autorizzazione firmata: “Autorizzo l'uso dei miei dati personali ai sensi della L. 675/96 e successive modifiche”.
Non saranno considerate valide le poesie inviate in forma anonima.
Le poesie più belle saranno inserite nei volumi antologici “Il Federiciano” editi e distribuiti, nella omonima collana, dalla Aletti Editore.
Gli elaborati non saranno restituiti.
Tra tutte le poesie selezionate, quattro saranno pubblicate su stele di ceramica che verranno adagiate sulle pareti di alcuni edifici del centro storico di Rocca Imperiale: il Paese della Poesia.
La redazione contatterà solo gli autori selezionati per la pubblicazione all'interno dei volumi “Il Federiciano”, i quali dovranno compilare e inviare la scheda di autorizzazione alla pubblicazione che verrà loro spedita, tramite posta, contestualmente ai risultati del concorso.
Per gli autori minorenni è prevista una apposita sezione "I Germogli - Autori in divenire". Questi ultimi dovranno inserire oltre ai propri dati, anche la dicitura "Sezione Germogli". Anche se selezionati, gli autori della sezione Germogli potranno accedere alla pubblicazione solo previo consenso scritto dei genitori.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti, anche ad autori strenieri purché mandino gli elaborati in lingua italiana.
Si possono inviare anche poesie in vernacolo.
Le opere dovranno essere inviate,
in cinque copie firmate, al seguente indirizzo:
Concorso “Il Federiciano”
Presso Aletti Editore
Via Palermo 27
00012 Villalba di Guidonia (RM)
oppure tramite un'unica e-mail all'indirizzo di posta elettronica:
ilfedericiano@rivistaorizzonti.net, che dovrà contenere la seguente dicitura “Partecipazione al Concorso Il Federiciano”; anche con questa modalità l'autore dovrà indicare nome, cognome, indirizzo e recapito di telefono.
Si consiglia di richiedere sempre la conferma della ricezione della e-mail.
La partecipazione deve avvenire mediante un'unica modalità, o tramite posta tradizionale o tramite e-mail.
Gli autori selezionati riceveranno un invito a partecipare alla serata di premiazione e presentazione del libro “Il Federiciano” e dello svelamento delle stele poetiche, presso il comune di Rocca Imperiale (CS).
Per ulteriori informazioni telefonare allo 0774-354400/ 338-8456178
www.comune.roccaimperiale.cs.it - http://www.provincia.cosenza.it
www.alettieditore.it - www.rivistaorizzonti.net
martedì 7 settembre 2010
Buon compleanno, Terry!!!
Vivi nel presente,
l'oggi è la vita
la vita nella sua essenza
perchè il passato è solo un sogno
e il futuro è solo una visione.
Ma se vivi bene l'oggi
i giorni passati sono un sogno di felicità
e quelli a venire una visione di speranza.
( cit. dal sanscrito)
Alla mia cara amica Teresa che oggi compie gli anni.
l'oggi è la vita
la vita nella sua essenza
perchè il passato è solo un sogno
e il futuro è solo una visione.
Ma se vivi bene l'oggi
i giorni passati sono un sogno di felicità
e quelli a venire una visione di speranza.
( cit. dal sanscrito)
Alla mia cara amica Teresa che oggi compie gli anni.
lunedì 6 settembre 2010
venerdì 3 settembre 2010
Dilaga la protesta dei precari della scuola
AGI – Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, scende in campo a fianco dei precari della scuola, rivolge un appello a “non lasciare soli questi operatori del mondo della scuola e lancia la protesta-proposta dello sciopero della fame a rotazione, anche in Calabria, davanti agli ex provveditorati scolastici provinciali da parte di tutti i sostenitori di questa giusta e sacrosanta battaglia civile e sociale”.
Corbelli si dice pronto ad iniziare lui per primo “questa forma di protesta civile, dello sciopero della fame, significativamente davanti all’Ufficio scolastico regionale di Catanzaro, se questa sua iniziativa sara’ condivisa e sostenuta dalla societa’ civile calabrese, dai partiti politici, di sindacati e dalle Associazioni.
Bisogna sostenere la dignitosa, coraggiosa e disperata protesta che a Roma, davanti a Montecitorio, e in altre regioni italiane i precari della scuola hanno intrapreso per denunciare l’ingiustizia subita, da parte del Ministro della Pubblica Istruzione, Gelmini, e del Governo Berlusconi, con la vergognosa, ingiustificata e inaccettabile cancellazione di migliaia di posti di lavoro. In Calabria, una delle regioni piu’ colpite dai tagli del Governo, si sta attuando qualche isolata iniziativa di protesta.
Chiedo – continua Corbelli – che l’azione di contestazione civile diventi ancora piu’ incisiva e soprattutto vada al di la’ dei soggetti del mondo della scuola. Non dobbiamo assolutamente lasciare soli questi precari, non e’ giusto abbandonare al loro destino questi padri e madri di famiglia che lottano disperatamente, attuando alcuni di loro da molti giorni, a Roma, in Sicilia, in Campania, a Milano e in Friuli, lo sciopero della fame, semplicemente per rivendicare un loro sacrosanto diritto, che si vedono letteralmente calpestato: il posto di lavoro che si sono visti cancellare dalla sera alla mattina dopo anni di precariato e sacrifici da un Governo nemico della scuola, delle fasce piu’ deboli e dei lavoratori, come quello Berlusconi.
Provvedimenti vergognosi e profondamente ingiusti che hanno buttato nella disperazione migliaia e migliaia di famiglie di operatori della scuola che non sanno piu’ cosa fare per continuare vivere dignitosamente, avendo perso dopo anni di lavoro e precariato l’unica fonte di sostentamento.
Per questo – continua – rivolgo un appello a scendere in campo, in Calabria, a fianco dei precari. Facciamolo iniziando anche nella nostra regione uno sciopero della fame, a rotazione, ognuno per un giorno, davanti agli ex provveditorati scolastici. Impegniamoci perche’ questa iniziativa dello sciopero della fame a rotazione, ognuno per un giorno, dalla Calabria si estenda in tutto il Paese. Diamo forza, voce e speranza a questa giusta e sacrosanta protesta”.
FONTE: Orizzonte Scuola
giovedì 2 settembre 2010
Da Orizzonte Scuola
Assunzione, il postino suona sempre due volte?
Mer, 01/09/2010 - 05:53
Maria Nivea Failla - Caro postino, Ti scrivo questa lettera perché… voglio confidarti che verso la fine di ogni periodo estivo ti immagino sul tuo bel lucido scooter, come un principe sul suo bel destriero, giungere al mio cancello e………suonare due volte consegnandomi quel lungo tanto atteso invito a presentarmi al “PALAZZO” scolastico provinciale per riscattare il premio per la Perseveranza , per il Diritto Acquisito , per la Professionalità e l’Esperienza Maturata, per….. l’ANZIANITA’ DI SERVIZIO…..Certo, nel frattempo siamo invecchiati insieme tu ed io…
Sai, sono passati più di vent’anni da quando ti ho immaginato la prima volta! Vent’anni di servizio e 45 di età ; vedi… il nostro non è un mestiere è una missione, una professione , la professione docente, quella che quando entri in classe ti si scalda il cuore nel guardare negli occhi dei tuoi allievi e trovarci tutti i momenti da dedicare loro , affinché possano crescere e maturare culturalmente e in senso lato con l’obiettivo di formare i CITTADINI DI DOMANI .
E ti ho atteso per dieci anni quando, lasciata la Sicilia(leggi anche Calabria) in cerca di lavoro, mi trovavo nella amatissima Sardegna , e dove in domicili sempre diversi immaginavo ti arrampicassi come me su per le vie di Nuoro, Gavoi, Fonni, Macomer, Lanusei, Tortoli’, Yerzu, Orroli, Isili e ancora Cagliari, Iglesias, Carbonia, Sant’ Antioco…..; altro che servizio in paesi di montagna ! Ma sfortunatamente il doppio punteggio è stato riconosciuto in seguito e solo ad altri , non a me e a mio marito anch’egli precario da una vita , che nel frattempo rientrati in Sicilia giravamo per la provincia di Ragusa con il nostro bagaglio pur sempre carico di esperienza acquisita .
Dai postino non te la prendere! non ce l’ho certo con te, ma con un sistema che ci vede come un numero fra tanti, un numero che farà parte di un contingente da immettere in ruolo voluto dal ministero se sei fra i fortunati, o che farà parte dei convocati per gli incarichi annuali sempre che sia AVANZATO qualcosa altrimenti se ne starà a casa con la propria disperazione e la dignità calpestata.
Siamo comunque una spesa da TAGLIARE per finanziare magari imprese militari, per formare i CITTADINI MILITARI DI DOMANI.
Un ministro dalle origini meridionali ha affermato che le azioni di protesta al sud sono opera di militanti politici che si spacciano per precari, eppure basterebbe dare un semplice sguardo alle graduatorie delle varie province per scoprire quanti anziani precari (come può ancora mantenere lo status di precario un docente con più di vent’anni di servizio continuato?) sono ancora li’ senza nessuna maschera.In quella griglia ad “esaurimento” insieme a tutti gli altri, mio marito ed io siamo da anni al numero 1 della graduatoria, aspettando a casa (con mutuo) al numero civico 33 con i nostri due bambini che tu possa suonare magari…due volte.
Mer, 01/09/2010 - 05:53
Maria Nivea Failla - Caro postino, Ti scrivo questa lettera perché… voglio confidarti che verso la fine di ogni periodo estivo ti immagino sul tuo bel lucido scooter, come un principe sul suo bel destriero, giungere al mio cancello e………suonare due volte consegnandomi quel lungo tanto atteso invito a presentarmi al “PALAZZO” scolastico provinciale per riscattare il premio per la Perseveranza , per il Diritto Acquisito , per la Professionalità e l’Esperienza Maturata, per….. l’ANZIANITA’ DI SERVIZIO…..Certo, nel frattempo siamo invecchiati insieme tu ed io…
Sai, sono passati più di vent’anni da quando ti ho immaginato la prima volta! Vent’anni di servizio e 45 di età ; vedi… il nostro non è un mestiere è una missione, una professione , la professione docente, quella che quando entri in classe ti si scalda il cuore nel guardare negli occhi dei tuoi allievi e trovarci tutti i momenti da dedicare loro , affinché possano crescere e maturare culturalmente e in senso lato con l’obiettivo di formare i CITTADINI DI DOMANI .
E ti ho atteso per dieci anni quando, lasciata la Sicilia(leggi anche Calabria) in cerca di lavoro, mi trovavo nella amatissima Sardegna , e dove in domicili sempre diversi immaginavo ti arrampicassi come me su per le vie di Nuoro, Gavoi, Fonni, Macomer, Lanusei, Tortoli’, Yerzu, Orroli, Isili e ancora Cagliari, Iglesias, Carbonia, Sant’ Antioco…..; altro che servizio in paesi di montagna ! Ma sfortunatamente il doppio punteggio è stato riconosciuto in seguito e solo ad altri , non a me e a mio marito anch’egli precario da una vita , che nel frattempo rientrati in Sicilia giravamo per la provincia di Ragusa con il nostro bagaglio pur sempre carico di esperienza acquisita .
Dai postino non te la prendere! non ce l’ho certo con te, ma con un sistema che ci vede come un numero fra tanti, un numero che farà parte di un contingente da immettere in ruolo voluto dal ministero se sei fra i fortunati, o che farà parte dei convocati per gli incarichi annuali sempre che sia AVANZATO qualcosa altrimenti se ne starà a casa con la propria disperazione e la dignità calpestata.
Siamo comunque una spesa da TAGLIARE per finanziare magari imprese militari, per formare i CITTADINI MILITARI DI DOMANI.
Un ministro dalle origini meridionali ha affermato che le azioni di protesta al sud sono opera di militanti politici che si spacciano per precari, eppure basterebbe dare un semplice sguardo alle graduatorie delle varie province per scoprire quanti anziani precari (come può ancora mantenere lo status di precario un docente con più di vent’anni di servizio continuato?) sono ancora li’ senza nessuna maschera.In quella griglia ad “esaurimento” insieme a tutti gli altri, mio marito ed io siamo da anni al numero 1 della graduatoria, aspettando a casa (con mutuo) al numero civico 33 con i nostri due bambini che tu possa suonare magari…due volte.
lunedì 30 agosto 2010
Riflessioni di un'insegnante precaria del Sud
Oggi ho ricevuto questa mail e la pubblico interamente. Ringrazio chi ha voluto dare questo nuovo contributo alla realizzazione del blog.
L.
Carissima,
so che sarai contenta di ricevere questa mail e che la pubblicherai sul tuo blog. Quando giorni fa ci siamo incontrate, ti ho detto che avevo avuto il trasferimento come docente di scuola primaria da Modena a Roma. Tu mi hai detto: “Bé, non sei contenta?”. Io ho solo avuto la forza di scuotere le spalle. Ora ti rispondo.
No, non sono contenta di essere una delle tantissime insegnanti precarie d’Italia che il governo di turno ha immesso in ruolo con il contagocce.
No, non sono contenta di fare domanda per l’assunzione al Nord perché al Sud non ci sono posti disponibili.
No, non sono contenta di lasciare il marito e i figli per tanti mesi all’anno per cercare di accumulare quel punteggio che mi permetta di svolgere un lavoro che mi piace tanto.
No, non sono contenta di vedere i miei bambini come dei “pacchi postali” che passano dalla casa dei nonni materni a quella dei nonni paterni.
No,non sono contenta di vedere il mio uomo che fa sia da madre che da padre a causa della mia assenza.
No, non sono contenta di sentirmi dire da mio figlio più piccolo al telefono “Torni giù questo fine settimana,mamma?”
No, non sono contenta di chiedere al preside continuamente ferie e permessi per poter andare a trovare i miei familiari.
No, non sono contenta di prendere in affitto una casa in un’altra provincia d’Italia mentre la mia giù a Crotone rimane disabitata.
No, non sono contenta di “rimetterci” tutto lo stipendio in affitto e biglietti di viaggi.
No, non sono contenta di essere un’insegnante del Sud,emigrata al Nord per poter lavorare!!!!
Purtroppo la situazione non è destinata a cambiare. Perciò non resta altro che scuotere le spalle e rassegnarsi.
Ciao
Marinella
L.
Carissima,
so che sarai contenta di ricevere questa mail e che la pubblicherai sul tuo blog. Quando giorni fa ci siamo incontrate, ti ho detto che avevo avuto il trasferimento come docente di scuola primaria da Modena a Roma. Tu mi hai detto: “Bé, non sei contenta?”. Io ho solo avuto la forza di scuotere le spalle. Ora ti rispondo.
No, non sono contenta di essere una delle tantissime insegnanti precarie d’Italia che il governo di turno ha immesso in ruolo con il contagocce.
No, non sono contenta di fare domanda per l’assunzione al Nord perché al Sud non ci sono posti disponibili.
No, non sono contenta di lasciare il marito e i figli per tanti mesi all’anno per cercare di accumulare quel punteggio che mi permetta di svolgere un lavoro che mi piace tanto.
No, non sono contenta di vedere i miei bambini come dei “pacchi postali” che passano dalla casa dei nonni materni a quella dei nonni paterni.
No,non sono contenta di vedere il mio uomo che fa sia da madre che da padre a causa della mia assenza.
No, non sono contenta di sentirmi dire da mio figlio più piccolo al telefono “Torni giù questo fine settimana,mamma?”
No, non sono contenta di chiedere al preside continuamente ferie e permessi per poter andare a trovare i miei familiari.
No, non sono contenta di prendere in affitto una casa in un’altra provincia d’Italia mentre la mia giù a Crotone rimane disabitata.
No, non sono contenta di “rimetterci” tutto lo stipendio in affitto e biglietti di viaggi.
No, non sono contenta di essere un’insegnante del Sud,emigrata al Nord per poter lavorare!!!!
Purtroppo la situazione non è destinata a cambiare. Perciò non resta altro che scuotere le spalle e rassegnarsi.
Ciao
Marinella
sabato 28 agosto 2010
Quando le distanze si annullano: nuovi voli verso il Sant'Anna di Crotone
Atterrerà per la prima volta sulla pista dell’aeroporto di Sant’Anna, oggi, sabato 28 agosto, il volo diretto proveniente dall’aeroporto ‘Marco Polo’ di Venezia della compagnia ‘Eagles Airlines’. L’atterraggio del jet Fokker 100, che dovrebbe decollare dalla città lagunare alle 7.25, è previsto per le 9.00. Lo stesso, poi dovrebbe ripartire alle 10.00 con arrivo a Venezia previsto per le 11.35.
Aumenta l’offerta
La novità, che va ad arricchire l’offerta dello scalo crotonese, è stata ufficialmente presentata ieri, venerdì 27 agosto, nei locali dello stesso aeroporto da due rappresentanti della compagnia aerea e da alcuni rappresentanti istituzionali del territorio.
Viva soddisfazione è stata manifestata dal presidente della Camera di commercio crotonese, Robero Fortunato Salerno, il quale ha parlato del nuovo volo, che per ora avrà solo cadenza settimanale, come di un decisivo passo in avanti per qualificare l’offerta del San’Anna. “Questo - ha detto Salerno - è un traguardo che abbiamo conseguito grazie al decisivo impegno della Regione Calabria. Plaudiamo a questo risultato: per il mondo imprenditoriale locale l’arrivo di una nuova compagnia rappresenta l’occasione per risvegliare nuovi interessi sul territorio. Inoltre - ha aggiunto - è un passo utile a fare riacquistare fiducia a questo aeroporto, che sta dimostrando di lavorare bene, infatti si è confermato il quarto d’Italia per la puntualità dei voli. L’auspicio è che l’attività dell’aeroporto sia sostenuta anche da un’attività promozionale esterna. Si tratta, cioè, di avviare un lavoro coordinato con albergatori e strutture ricettive, cercando anche di destagionalizzare l’offerta turistica. Non possiamo più illuderci di vendere soltanto i biglietti aerei, serve coordinare l’offerta per rendere il territorio allettante”.
A confermare l’interesse della Regione Calabria sul rilancio dello scalo crotonese è stata la vice presidente della Regione, Antonella Stasi: “Siamo qui - ha detto - per presentare qualcosa di positivo, pur nella consapevolezza che è purtroppo ancora poco, perché sappiamo che questo aeroporto ha ancora bisogno di molto e di più. Questo nuovo volo, però, conferma l’interesse istituzionale per un rilancio dell’aeroporto, che mi auguro serva anche a smentire le voci secondo le quali la Regione non intende investire su Crotone. Questo non è assolutamente vero - ha esclamato - la Regione intende valorizzare tutti e tre gli scali calabresi, ovviamente specializzandoli in servizi differenti. È ovvio non illudersi di potersi sostituire a Lamezia, che continuerà a rivestire un ruolo chiave, ma questo non esclude Crotone da una valorizzazione. In particolare si sta lavorando per dirottare da Lamezia al Sant’Anna alcuni voli charter, Crotone potrebbe specializzarsi in questa tipologia di voli, così da poter anche utilizzare meglio gli spazi dell’aeroporto di Lamezia, che al momento sono ridotti”.
Opportunità da sfruttare
Secondo la vice presidente, però, per un reale rilancio dello scalo “occorre un piano di sviluppo valido che arrivi dall’interno del territorio e che sia capace di integrarsi con l’opportunaità offerta da questa nuova compagnia aerea, che - ci ha tenuto a precisarlo - è arrivata a Crotone senza chiedere un euro in termini di contributi pubblici. La ‘Eagles Airlines’ è pronta a mettere a disposizione del territorio anche altri voli, oltre che per Venezia, anche verso altre destinazioni, ora però noi crotonesi dobbiamo essere bravi ad attrarre passeggeri, sia per il turismo che per il business. La compagnia è fatta da imprenditori che, ovviamente, devono avere il loro guadagno nel territorio per restarci. Proprio per questo stiamo già lavorando ad una rete di trasporti che colleghi efficientemente l’aeroporto al resto del territorio, pensiamo ad esempio a delle navette che lo colleghino con Botricello”.
Soddisfatto del traguardo conseguito anche il vice presidente della Provincia di Crotone, Gianluca Bruno, “l’aeroporto - ha detto - c’è e sta lavorando bene, anzi soffriamo per l’incapacità di coprire tutte le richieste dell’utenze. È una realtà su cui le istituzioni puntano, vista anche la condizione in cui versano la rete ferroviaria e quella stradale, per questo vi si sta lavorando molto, è stata già chiesta la ricapitalizzazione e proprio la Provincia intende investire su un’azione di marketing”.
“Non siamo una compagnia low cost - ha tenuto a chiarire Igor Fedele della ‘Eagles Airlines’ - intendiamo offrire un servizio eccellente, con catering a bordo gratuito e senza pretendere costi aggiuntivi per i bagagli, diversamente da come fanno le compagnie low cost. La nostra è una compagnia nuova, nata solo da pochi mesi, con capitale prettamente privato ed italiano. Diversamente da quanto scrive la stampa di noi, non siamo nati dalle ceneri della ‘Happy Eagles’, dalla quale non abbiamo rilevato nemmeno gli aeromobili, ma solo alcuni dipendenti. Ci piace sottolineare la nostra identità assolutamente nuova”.
La ‘Eagles Airlines’ è una compagnia aerea del Nord Est, nata con l’intento di riempire il vuoto lasciato in Veneto da altri vettori italiani. Opera con voli di linea internazionali e domestici, nel mercato dei charter inclusive tour a medio e breve raggio. La sua flotta al momento è composta da tre Fokker 100, presi in leasing dalla flotta Air France, che dispongono di 100 posti per ogni aereo.
Angela De Lorenzo
Aumenta l’offerta
La novità, che va ad arricchire l’offerta dello scalo crotonese, è stata ufficialmente presentata ieri, venerdì 27 agosto, nei locali dello stesso aeroporto da due rappresentanti della compagnia aerea e da alcuni rappresentanti istituzionali del territorio.
Viva soddisfazione è stata manifestata dal presidente della Camera di commercio crotonese, Robero Fortunato Salerno, il quale ha parlato del nuovo volo, che per ora avrà solo cadenza settimanale, come di un decisivo passo in avanti per qualificare l’offerta del San’Anna. “Questo - ha detto Salerno - è un traguardo che abbiamo conseguito grazie al decisivo impegno della Regione Calabria. Plaudiamo a questo risultato: per il mondo imprenditoriale locale l’arrivo di una nuova compagnia rappresenta l’occasione per risvegliare nuovi interessi sul territorio. Inoltre - ha aggiunto - è un passo utile a fare riacquistare fiducia a questo aeroporto, che sta dimostrando di lavorare bene, infatti si è confermato il quarto d’Italia per la puntualità dei voli. L’auspicio è che l’attività dell’aeroporto sia sostenuta anche da un’attività promozionale esterna. Si tratta, cioè, di avviare un lavoro coordinato con albergatori e strutture ricettive, cercando anche di destagionalizzare l’offerta turistica. Non possiamo più illuderci di vendere soltanto i biglietti aerei, serve coordinare l’offerta per rendere il territorio allettante”.
A confermare l’interesse della Regione Calabria sul rilancio dello scalo crotonese è stata la vice presidente della Regione, Antonella Stasi: “Siamo qui - ha detto - per presentare qualcosa di positivo, pur nella consapevolezza che è purtroppo ancora poco, perché sappiamo che questo aeroporto ha ancora bisogno di molto e di più. Questo nuovo volo, però, conferma l’interesse istituzionale per un rilancio dell’aeroporto, che mi auguro serva anche a smentire le voci secondo le quali la Regione non intende investire su Crotone. Questo non è assolutamente vero - ha esclamato - la Regione intende valorizzare tutti e tre gli scali calabresi, ovviamente specializzandoli in servizi differenti. È ovvio non illudersi di potersi sostituire a Lamezia, che continuerà a rivestire un ruolo chiave, ma questo non esclude Crotone da una valorizzazione. In particolare si sta lavorando per dirottare da Lamezia al Sant’Anna alcuni voli charter, Crotone potrebbe specializzarsi in questa tipologia di voli, così da poter anche utilizzare meglio gli spazi dell’aeroporto di Lamezia, che al momento sono ridotti”.
Opportunità da sfruttare
Secondo la vice presidente, però, per un reale rilancio dello scalo “occorre un piano di sviluppo valido che arrivi dall’interno del territorio e che sia capace di integrarsi con l’opportunaità offerta da questa nuova compagnia aerea, che - ci ha tenuto a precisarlo - è arrivata a Crotone senza chiedere un euro in termini di contributi pubblici. La ‘Eagles Airlines’ è pronta a mettere a disposizione del territorio anche altri voli, oltre che per Venezia, anche verso altre destinazioni, ora però noi crotonesi dobbiamo essere bravi ad attrarre passeggeri, sia per il turismo che per il business. La compagnia è fatta da imprenditori che, ovviamente, devono avere il loro guadagno nel territorio per restarci. Proprio per questo stiamo già lavorando ad una rete di trasporti che colleghi efficientemente l’aeroporto al resto del territorio, pensiamo ad esempio a delle navette che lo colleghino con Botricello”.
Soddisfatto del traguardo conseguito anche il vice presidente della Provincia di Crotone, Gianluca Bruno, “l’aeroporto - ha detto - c’è e sta lavorando bene, anzi soffriamo per l’incapacità di coprire tutte le richieste dell’utenze. È una realtà su cui le istituzioni puntano, vista anche la condizione in cui versano la rete ferroviaria e quella stradale, per questo vi si sta lavorando molto, è stata già chiesta la ricapitalizzazione e proprio la Provincia intende investire su un’azione di marketing”.
“Non siamo una compagnia low cost - ha tenuto a chiarire Igor Fedele della ‘Eagles Airlines’ - intendiamo offrire un servizio eccellente, con catering a bordo gratuito e senza pretendere costi aggiuntivi per i bagagli, diversamente da come fanno le compagnie low cost. La nostra è una compagnia nuova, nata solo da pochi mesi, con capitale prettamente privato ed italiano. Diversamente da quanto scrive la stampa di noi, non siamo nati dalle ceneri della ‘Happy Eagles’, dalla quale non abbiamo rilevato nemmeno gli aeromobili, ma solo alcuni dipendenti. Ci piace sottolineare la nostra identità assolutamente nuova”.
La ‘Eagles Airlines’ è una compagnia aerea del Nord Est, nata con l’intento di riempire il vuoto lasciato in Veneto da altri vettori italiani. Opera con voli di linea internazionali e domestici, nel mercato dei charter inclusive tour a medio e breve raggio. La sua flotta al momento è composta da tre Fokker 100, presi in leasing dalla flotta Air France, che dispongono di 100 posti per ogni aereo.
Angela De Lorenzo
giovedì 22 luglio 2010
La mia Calabria, ...dal Brasile! - José Carlos Laitano,scrittore, giudice in pensione, professore di laboratorio letterario
"Sono della terza generazione. Sono cresciuto appassionato per gli spaghetti, la canzone italiana, il vino, e un’interesse incompreso per la Serra Gaucha, dove si sono stabilite le colonie degli immigrati italiani, regione che visitavo di tanto in tanto.La mia infanzia, senza saperlo, trascorse tra calebresi: mio padre morí quando avevo quattro anni e mia madre, forse per proteggermi della sua assenza, quasi, non mi parló di lui. Malgrado conservasse le abitudini come la braciola, gli spaghetti con carne arrosto la domenica e il “sangari” (miscela di acqua, vino e zucchero per i banbini), non avevamo contatti con i connazzionali.Intorno all´etá di quaranta anni, presi coscienza, cosí d’inpulso, che mio nonno era un emigrante calabrese e che anche io sarei potuto essere nato in Italia. I dati culturali come musica, gastronomia e sonoritá della lingua italiana mi appartenevano.Italiano nato in Brasile – questo paese senza vocazione per la storia e la conservazione del passato (forse perché è un passato portoghese), sono andato alla ricerca delle mie radici, mi sono interessato a imparare un minimo di parole, regole grammaticali, geografia e la storia italiana. Ottenni il riconoscimento della cittadinanza e passaporto. Viaggiai. Il primo posto dove mi sono sentito italiano é stato a Firenze, nel quartiere dell’albergo. Ho guardato la casa di fronte la strada, il colore e i fregi sulle pareti, ho appoggiato la mano sul muro, e nel toccare quella antica parete, sono stato trasportato nel passato di mio nonno, il mio gene, le mie radici.
Sono di qui, mi hanno detto i miei pensieri. Il giorno dopo ho sentito un’altra grande sensazione nell’entrare al museo dell'Accademia e trovarmi di fronte la scultura del David di Michelangelo a portata di mano! Il terzo stupore é stato nell’attraversare a piedi i vicoli medievali di Assisi, i miei sogni e le mie fantasie realizzate. Il quarto stupore avvenne a Roma, in un susseguirsi di sorprese: Colosseo, Fori Imperiali, la Basilica di San Pietro. Più tardi, Venezia! Il mio ultimo stupore si verificó in un altro viaggio, entrando in Morano Calabro, percorrendo la Vigna della Signoria. La via dove ha vissuto mio nonno prima di emigrare. Percorsi le strade della città, le chiese, il castello, come se non avesse mai lasciato quel posto. Dove sono rimasto due settimane.
Per due volte mi sono commosso con un pianto che nacque dal profondo della mia anima: nel ricevere la notizia della morte di mia Madre e dire addio a Morano Calabro. Pianto silenzioso, lacrime copiose.Ritornai in Brasile diviso, lacerato per sentirmi brasiliano e volendo essere italiano. Il terzo viaggio è stato di giacca e cravatta, l'italiano nella sua propria terra. Quarantacinque giorni da solo, convivendo con le persone, librerie, mercati, cose comuni, andando in bici, leggendo i quotidiani, ritornando piú volte negli stessi luoghi. Come fossi in casa. In una città del nord, la piccola Fontaniva, sono stato accolto da una famiglia a cui avevo fatto la pratica di adozione di due bambini, e li ci rimasi trasportano rifiuti fuori casa, passeggiando, cucinando, visitando persone, persino partecipando ad una piccola festa comunitaria.In questi tre viaggi sono andato fino al punto più oscuro del mio essere, ho viaggiato nel tempo e ho rifatto la mia genealogia. Mi sono sentito profondamente male al punto di ammalarmi.
Poi sono uscito dal trance e sono tornato alla vita. Oggi só chi sono: Brasiliano, con sguardo latino-americano, un pizzico di sangue greco, un pizzico Bruzio, più che un Calabrese, un uomo del Sud, un meridionale. Delle mie origini restano teneri ricordi di volti, oggetti, luoghi e sentimenti dell’Italia e del Brasile. Tutti irrimediabilmente mescolati."
Sono di qui, mi hanno detto i miei pensieri. Il giorno dopo ho sentito un’altra grande sensazione nell’entrare al museo dell'Accademia e trovarmi di fronte la scultura del David di Michelangelo a portata di mano! Il terzo stupore é stato nell’attraversare a piedi i vicoli medievali di Assisi, i miei sogni e le mie fantasie realizzate. Il quarto stupore avvenne a Roma, in un susseguirsi di sorprese: Colosseo, Fori Imperiali, la Basilica di San Pietro. Più tardi, Venezia! Il mio ultimo stupore si verificó in un altro viaggio, entrando in Morano Calabro, percorrendo la Vigna della Signoria. La via dove ha vissuto mio nonno prima di emigrare. Percorsi le strade della città, le chiese, il castello, come se non avesse mai lasciato quel posto. Dove sono rimasto due settimane.
Per due volte mi sono commosso con un pianto che nacque dal profondo della mia anima: nel ricevere la notizia della morte di mia Madre e dire addio a Morano Calabro. Pianto silenzioso, lacrime copiose.Ritornai in Brasile diviso, lacerato per sentirmi brasiliano e volendo essere italiano. Il terzo viaggio è stato di giacca e cravatta, l'italiano nella sua propria terra. Quarantacinque giorni da solo, convivendo con le persone, librerie, mercati, cose comuni, andando in bici, leggendo i quotidiani, ritornando piú volte negli stessi luoghi. Come fossi in casa. In una città del nord, la piccola Fontaniva, sono stato accolto da una famiglia a cui avevo fatto la pratica di adozione di due bambini, e li ci rimasi trasportano rifiuti fuori casa, passeggiando, cucinando, visitando persone, persino partecipando ad una piccola festa comunitaria.In questi tre viaggi sono andato fino al punto più oscuro del mio essere, ho viaggiato nel tempo e ho rifatto la mia genealogia. Mi sono sentito profondamente male al punto di ammalarmi.
Poi sono uscito dal trance e sono tornato alla vita. Oggi só chi sono: Brasiliano, con sguardo latino-americano, un pizzico di sangue greco, un pizzico Bruzio, più che un Calabrese, un uomo del Sud, un meridionale. Delle mie origini restano teneri ricordi di volti, oggetti, luoghi e sentimenti dell’Italia e del Brasile. Tutti irrimediabilmente mescolati."
domenica 18 luglio 2010
Da www.ntdlazio.blogspot.com a cura di I. Balocco
Catanzaro. Inaugurata all'ateneo la prima postazione per studenti disabili visivi
Inaugurata, nella sala dell'Unyclub dell'Università degli Studi Magna Græcia, una delle postazioni per studenti con disabilità visiva, donate dai Leo club italiani all'ateneo. Altri strumenti informatici già donati all'Università saranno posti nelle biblioteche del Campus e in luoghi di studio.
L'inaugurazione della postazione per studenti non vedenti e ipovedenti, ha visto la partecipazione dei professori Marchese e Barni (per l'ateneo) e di Carmine Nino, presidente del distretto Leo 108YA, Enrico Foresta, coordinatore distrettuale Ton, e Giovanni Fioresta, presidente del Leo Club Catanzaro per l'associazione internazionale Leo. Al termine degli interventi, è stata effettuata una dimostrazione pratica dell'utilizzo degli strumenti informatici donati, da parte di alcuni studenti non vedenti.
La postazione, che comprende un videoingranditore da tavolo, videoingranditori portatili, uno scanner con relativo software di sintesi e una licenza multiutente di un software per ipovedenti, fa parte di una donazione complessiva di oltre 17.000 euro, che i Leo hanno fatto all'università nell'ambito del progetto nazionale dei Leo club italiani "UniLeo4light", per la crescita professionale dei ragazzi disabili della vista, che decidono di proseguire il loro percorso di studio professionale attraverso il conseguimento di lauree, diplomi o attestati. Sono già state consegnate le postazioni tecnologiche a molte università, quella donata all'ateneo di Catanzaro è la prima e, per ora, l'unica in Calabria.
La professoressa Antonietta Rosalia Marchese ha detto che questi macchinari, donati all'ateneo, potranno risultare utilissimi per i disabili della vista. Il professore Tullio Barni ha evidenziato l'importanza di iniziative del genere per concretizzare il sostegno agli studenti disabili.
Il presidente distrettuale per l'anno sociale 2010-2011, Carmine Nino, ha dichiarato che la postazione donata contribuisce alla rimozione necessaria di tutti gli ostacoli che si frappongono tra gli studenti e l'approccio allo studio.
Il presidente del Leo Club Giovanni Fioresta ha ringraziato la cittadinanza, per la partecipazione attiva nella raccolta fondi.
Per usufruire delle attrezzature informatiche, gli studenti non vedenti e ipovedenti potranno contattare il delegato del rettore Antonietta Rosalia Marchese o il referente amministrativo ai servizi per l'integrazione degli studenti con disabilità, Franca Maria Fratto, ai seguenti numeri 0961.36.94.995 (numero fax 0961.36.95.815) indirizzi di posta elettronica: marchese@unicz.it e francafratto@unicz.it Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Una delegazione dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catanzaro, con il presidente Luciana Loprete, ha preso parte all'inaugurazione.
(fonte: Press-IN anno II / n. 1749 - La Gazzetta del Sud del 30-06-2010)
Inaugurata, nella sala dell'Unyclub dell'Università degli Studi Magna Græcia, una delle postazioni per studenti con disabilità visiva, donate dai Leo club italiani all'ateneo. Altri strumenti informatici già donati all'Università saranno posti nelle biblioteche del Campus e in luoghi di studio.
L'inaugurazione della postazione per studenti non vedenti e ipovedenti, ha visto la partecipazione dei professori Marchese e Barni (per l'ateneo) e di Carmine Nino, presidente del distretto Leo 108YA, Enrico Foresta, coordinatore distrettuale Ton, e Giovanni Fioresta, presidente del Leo Club Catanzaro per l'associazione internazionale Leo. Al termine degli interventi, è stata effettuata una dimostrazione pratica dell'utilizzo degli strumenti informatici donati, da parte di alcuni studenti non vedenti.
La postazione, che comprende un videoingranditore da tavolo, videoingranditori portatili, uno scanner con relativo software di sintesi e una licenza multiutente di un software per ipovedenti, fa parte di una donazione complessiva di oltre 17.000 euro, che i Leo hanno fatto all'università nell'ambito del progetto nazionale dei Leo club italiani "UniLeo4light", per la crescita professionale dei ragazzi disabili della vista, che decidono di proseguire il loro percorso di studio professionale attraverso il conseguimento di lauree, diplomi o attestati. Sono già state consegnate le postazioni tecnologiche a molte università, quella donata all'ateneo di Catanzaro è la prima e, per ora, l'unica in Calabria.
La professoressa Antonietta Rosalia Marchese ha detto che questi macchinari, donati all'ateneo, potranno risultare utilissimi per i disabili della vista. Il professore Tullio Barni ha evidenziato l'importanza di iniziative del genere per concretizzare il sostegno agli studenti disabili.
Il presidente distrettuale per l'anno sociale 2010-2011, Carmine Nino, ha dichiarato che la postazione donata contribuisce alla rimozione necessaria di tutti gli ostacoli che si frappongono tra gli studenti e l'approccio allo studio.
Il presidente del Leo Club Giovanni Fioresta ha ringraziato la cittadinanza, per la partecipazione attiva nella raccolta fondi.
Per usufruire delle attrezzature informatiche, gli studenti non vedenti e ipovedenti potranno contattare il delegato del rettore Antonietta Rosalia Marchese o il referente amministrativo ai servizi per l'integrazione degli studenti con disabilità, Franca Maria Fratto, ai seguenti numeri 0961.36.94.995 (numero fax 0961.36.95.815) indirizzi di posta elettronica: marchese@unicz.it e francafratto@unicz.it Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Una delegazione dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catanzaro, con il presidente Luciana Loprete, ha preso parte all'inaugurazione.
(fonte: Press-IN anno II / n. 1749 - La Gazzetta del Sud del 30-06-2010)
mercoledì 7 luglio 2010
mercoledì 30 giugno 2010
peccato! ma.....ci rifacciamo tra 4 anni in Brasile
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martedì 15 giugno 2010
Lo conoscete?E' uno dei ragazzi che ci faranno vincere il MONDIALE SUDAFRICANO!
Vincenzo Iaquinta
Squadra: Juventus
Numero di maglia: 9
Centravanti, seconda punta, esterno in un tridente: non ci sono ruoli offensivi che Vincenzo Iaquinta non sia in grado di ricoprire con la medesima efficacia. Una duttilità la sua, che, unita allo spirito di sacrificio, a straordinarie doti atletiche e a una tecnica notevole, gli ha permesso di costruire una carriera importante, che ha raggiunto l’apice con la conquista del Mondiale di Germania nel 2006. Per molti sarebbe il traguardo definitivo, per un giocatore con la caparbietà di Vincenzo è solo un punto di partenza.
NOME Vincenzo.
COGNOME Iaquinta.
RUOLO Attaccante.
DATA DI NASCITA 21 novembre 1979.
LUOGO DI NASCITA Crotone.
CITTADINANZA Italiana.
Squadra: Juventus
Numero di maglia: 9
Centravanti, seconda punta, esterno in un tridente: non ci sono ruoli offensivi che Vincenzo Iaquinta non sia in grado di ricoprire con la medesima efficacia. Una duttilità la sua, che, unita allo spirito di sacrificio, a straordinarie doti atletiche e a una tecnica notevole, gli ha permesso di costruire una carriera importante, che ha raggiunto l’apice con la conquista del Mondiale di Germania nel 2006. Per molti sarebbe il traguardo definitivo, per un giocatore con la caparbietà di Vincenzo è solo un punto di partenza.
NOME Vincenzo.
COGNOME Iaquinta.
RUOLO Attaccante.
DATA DI NASCITA 21 novembre 1979.
LUOGO DI NASCITA Crotone.
CITTADINANZA Italiana.
CARRIERA
1996/97 Reggiolo
1997/98 Reggiolo
Gen98 Padova
1998/99 Castel di Sangro
1999/00 Castel di Sangro
2000/01 Udinese
2001/02 Udinese
2002/03 Udinese
2003/04 Udinese
2004/05 Udinese
2005/06 Udinese
2006/07 Udinese
2007/08 Juventus
2008/09 Juventus
PALMARES
1996/97 Reggiolo
1997/98 Reggiolo
Gen98 Padova
1998/99 Castel di Sangro
1999/00 Castel di Sangro
2000/01 Udinese
2001/02 Udinese
2002/03 Udinese
2003/04 Udinese
2004/05 Udinese
2005/06 Udinese
2006/07 Udinese
2007/08 Juventus
2008/09 Juventus
PALMARES
Coppa del Mondo GERMANIA 2006
IMPEGNI ATTUALI
Mondiale Sud Africa 2010
giovedì 3 giugno 2010
Edifici scolastici, CODACONS denuncia grave situazione
Il 28% degli istituti scolastici presenta "gravi criticità": è la denuncia del CODACONS.
Alla Calabria la maglia nera.
Da un lancio di agenzia ANSA apprendiamo che il Codacons afferma "di essere entrato in possesso di un documento del ministero dell'Istruzione che elenca, regione per regione, le scuole che presentano appunto "gravi criticità" e che quindi - dice l'associazione - "rappresentano un potenziale rischio per la salute di studenti, insegnanti e personale scolastico".
Il file, redatto dopo un monitoraggio disposto a gennaio 2009 dall'Intesa Stato-Regioni ed effettuato in tutti gli istituti scolastici del paese - informa l'associazione di consumatori - é emerso con il decreto interministeriale del ministero dell'Istruzione di concerto con il ministero dell'Economia del 23 settembre 2009, che individuava per l'anno scolastico 2009-2010 le scuole che dovevano essere destinatarie della riduzione del numero di alunni per classe, quando le aule erano sottodimensionate.
"Una presa per i fondelli nella realtà - spiega il Responsabile del Dipartimento Scuola Sicura del Codacons, Mimmo Didonna - visto che alla data del 23 settembre scorso le classi erano già formate in soprannumero, le lezioni già da tempo iniziate e l'organico di fatto già stabilito e operante con i tagli del Ministro Gelmini. Non ci risulta che, dopo l'emissione del decreto sulle criticità, le scuole interessate abbiano operato la riduzione del numero di alunni nelle classi. Non solo. Il formulario utilizzato per l'individuazione delle criticità, non teneva conto della grandezza effettiva delle aule (minimo 45-50 mq netti per 25 alunni) e quindi dei problemi derivanti dal sovraffollamento delle classi".
Regione per regione la situazione, secondo il Codacons, è la seguente: Abruzzo 390; Basilicata 228; Campania 300 (dato incompleto); Calabria 1428; Emilia Romagna 467; Friuli 306; Lazio 1330; Liguria 271; Lombardia 1026; Marche 383; Molise 95; Piemonte 951; Puglia 974; Sardegna 541; Sicilia 1259; Toscana 772; Umbria 263; Veneto 1062.
La maglia nera spetta, ovviamente, al sud ed in particolare alla Calabria con 1428 scuole a "rischio".
Mssa male è anche la Sicilia. Ricordiamo che sono stati stanziati 358 milioni di euro da parte del CIPE per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Uno stanziamento ritenuto da molti come insufficiente e soprattutto decurtato dai fondi destinato allo sviluppo del Sud, mentre soprattutto le scuole del sud cadono a pezzi .
Alla Calabria la maglia nera.
Da un lancio di agenzia ANSA apprendiamo che il Codacons afferma "di essere entrato in possesso di un documento del ministero dell'Istruzione che elenca, regione per regione, le scuole che presentano appunto "gravi criticità" e che quindi - dice l'associazione - "rappresentano un potenziale rischio per la salute di studenti, insegnanti e personale scolastico".
Il file, redatto dopo un monitoraggio disposto a gennaio 2009 dall'Intesa Stato-Regioni ed effettuato in tutti gli istituti scolastici del paese - informa l'associazione di consumatori - é emerso con il decreto interministeriale del ministero dell'Istruzione di concerto con il ministero dell'Economia del 23 settembre 2009, che individuava per l'anno scolastico 2009-2010 le scuole che dovevano essere destinatarie della riduzione del numero di alunni per classe, quando le aule erano sottodimensionate.
"Una presa per i fondelli nella realtà - spiega il Responsabile del Dipartimento Scuola Sicura del Codacons, Mimmo Didonna - visto che alla data del 23 settembre scorso le classi erano già formate in soprannumero, le lezioni già da tempo iniziate e l'organico di fatto già stabilito e operante con i tagli del Ministro Gelmini. Non ci risulta che, dopo l'emissione del decreto sulle criticità, le scuole interessate abbiano operato la riduzione del numero di alunni nelle classi. Non solo. Il formulario utilizzato per l'individuazione delle criticità, non teneva conto della grandezza effettiva delle aule (minimo 45-50 mq netti per 25 alunni) e quindi dei problemi derivanti dal sovraffollamento delle classi".
Regione per regione la situazione, secondo il Codacons, è la seguente: Abruzzo 390; Basilicata 228; Campania 300 (dato incompleto); Calabria 1428; Emilia Romagna 467; Friuli 306; Lazio 1330; Liguria 271; Lombardia 1026; Marche 383; Molise 95; Piemonte 951; Puglia 974; Sardegna 541; Sicilia 1259; Toscana 772; Umbria 263; Veneto 1062.
La maglia nera spetta, ovviamente, al sud ed in particolare alla Calabria con 1428 scuole a "rischio".
Mssa male è anche la Sicilia. Ricordiamo che sono stati stanziati 358 milioni di euro da parte del CIPE per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Uno stanziamento ritenuto da molti come insufficiente e soprattutto decurtato dai fondi destinato allo sviluppo del Sud, mentre soprattutto le scuole del sud cadono a pezzi .
venerdì 21 maggio 2010
venerdì 14 maggio 2010
Cibo da buongustai: la soppressata calabrese
La soppressata è uno dei più famosi salumi calabresi. Viene fatta con carne di suino locale cresciuto con una alimentazione sana. Viene prodotta in due varianti: dolce e piccante. Tra i salumi tipici calabresi ad avere ottenuto il marchio Dop, la soppressata è certamente il vanto per eccellenza che esalta tutte le qualità dei calabresi nel trasformare e migliorare anche prodotti alimentari poveri come i derivati suini. La Soppressata di Calabria viene prodotta con le parti migliori e magre del maiale, i lombi, con cui al nord si producono i prosciutti, mescolati con alcuni pezzi di grasso di maiale e l'aggiunta di ingredienti aromatici naturali come il pepe nero in grani e pepe rosso in polvere.
Nella preparazione della soppressata calabrese, la carne viene tagliata in piccoli pezzi manualmente, salata, pepata omescolata con peperoncino o salsa di peperoni cotti a bagno-maria. Si mescola il tutto con le mani lasciando riposare una intera notte prima di insaccarla nel budello naturale, avendo cura di massaggiare bene per evitare ristagni di aria. Le soppressate si legano poi con lo spago, si bucano qua e là con uno spillo per far uscire l'aria residua e si mettono in ceste di vimini con dei pesi sopra per qualche giorno. Stagionano per oltre sei mesi e dopo questo tempo, se non vengono consumati, si mettono sotto grasso per conservarle. In alcune zone della Calabria, sul Massiccio del Reventino, ai lombi del maiale si aggiungono pezzi lunghi di grasso e salsa di peperoni, il prodotto finale risulta quindi molto grasso e oleoso.
La soppressata calabrese, che ha ottenuto dall'UE il marchio Dop, si prepara con carni di suini allevati in Calabria, ha una forma cilindrica leggermente schiacciata, una lunghezza dicirca 15 cm e diametro lungo che varia tra 6 e 8 cm. Al taglio la soppressata appare compatta, più o meno morbida a seconda della stagionatura, di colore rosso naturale o vivace dovuto all'uso del peperoncino, del pepe nero in grani. E' un ottimo salume particolarmente saporito, adatto ad essere degustato negli antipasti locali insieme agli altri salumi e formaggi calabresi con un bicchiere di buon vino rosso di Calabria.
Nella preparazione della soppressata calabrese, la carne viene tagliata in piccoli pezzi manualmente, salata, pepata omescolata con peperoncino o salsa di peperoni cotti a bagno-maria. Si mescola il tutto con le mani lasciando riposare una intera notte prima di insaccarla nel budello naturale, avendo cura di massaggiare bene per evitare ristagni di aria. Le soppressate si legano poi con lo spago, si bucano qua e là con uno spillo per far uscire l'aria residua e si mettono in ceste di vimini con dei pesi sopra per qualche giorno. Stagionano per oltre sei mesi e dopo questo tempo, se non vengono consumati, si mettono sotto grasso per conservarle. In alcune zone della Calabria, sul Massiccio del Reventino, ai lombi del maiale si aggiungono pezzi lunghi di grasso e salsa di peperoni, il prodotto finale risulta quindi molto grasso e oleoso.
La soppressata calabrese, che ha ottenuto dall'UE il marchio Dop, si prepara con carni di suini allevati in Calabria, ha una forma cilindrica leggermente schiacciata, una lunghezza dicirca 15 cm e diametro lungo che varia tra 6 e 8 cm. Al taglio la soppressata appare compatta, più o meno morbida a seconda della stagionatura, di colore rosso naturale o vivace dovuto all'uso del peperoncino, del pepe nero in grani. E' un ottimo salume particolarmente saporito, adatto ad essere degustato negli antipasti locali insieme agli altri salumi e formaggi calabresi con un bicchiere di buon vino rosso di Calabria.
sabato 8 maggio 2010
Etnie di Calabria: la comunità albanese (arbereshe)
La Calabria è stata ed è ancora terra di grande ospitalità.
Nel corso della storia non è stata solo terra di emigrazione ma ha rappresentato terra d’accoglienza per comunità e popolazioni che, altrove perseguitate, hanno cercato rifugio in questa regione.
Albanesi e Occitani sono solo un esempio di comunità che, per sfuggire a persecuzioni nelle proprie zone di residenza, hanno cercato scampo in Calabria.
L'insediamento di popolazioni di lingua e cultura albanese in Calabria risale ormai a molti secoli fa. Secondo studi storici consolidati il primo trasferimento risale al secolo XV, quando Alfonso I d'Aragona ricorse ai servizi di Demetrio Reres, nobile condottiero albanese, che portò con sé un folto seguito di uomini. La ricompensa per i suoi servigi consistette nella donazione, nel 1448, di alcuni territori in Calabria.Gli arbereshe, ovvero gli albanesi italiani, si sono insediati in particolare nel Sud fra i secoli XV e XVIII e ancora oggi, a distanza di tutto questo tempo, queste popolazioni hanno mantenuto la loro lingua e le loro tradizioni. La Calabria è stata la regione italiana che più di tutte è stata protagonista dell'emigrazione albanese, specie a partire dalla fine del'400, infatti, la nostra è la regione che conta il maggior numero di presenza arbereshe, pari a circa 30mila persone. E particolare attenzione, infatti, è riservata dalla Calabria alle etnie arbereshe, ad esempio, l'Università della Calabria ha istituito nel 1975 una sezione di “albanologia” grazie al professore Francesco Solano, oggi diretta dal docente Francesco Altimari. L'attenzione calabrese nei confronti di questa cultura d'origine balcanica è testimoniata dalle diverse associazioni che conservano e valorizzano questa cultura, in particolare nelle provincie di Cosenza e Crotone. La Lingua arbereshe, ad esempio, è parlata in alcune stazioni radiofoniche private, riviste ed emittenti televisive locali. La minoranza arbereshe è stata legalmente riconosciuta dallo Stato Italiano, con la Legge Quadro 482/99.
Nel corso della storia non è stata solo terra di emigrazione ma ha rappresentato terra d’accoglienza per comunità e popolazioni che, altrove perseguitate, hanno cercato rifugio in questa regione.
Albanesi e Occitani sono solo un esempio di comunità che, per sfuggire a persecuzioni nelle proprie zone di residenza, hanno cercato scampo in Calabria.
L'insediamento di popolazioni di lingua e cultura albanese in Calabria risale ormai a molti secoli fa. Secondo studi storici consolidati il primo trasferimento risale al secolo XV, quando Alfonso I d'Aragona ricorse ai servizi di Demetrio Reres, nobile condottiero albanese, che portò con sé un folto seguito di uomini. La ricompensa per i suoi servigi consistette nella donazione, nel 1448, di alcuni territori in Calabria.Gli arbereshe, ovvero gli albanesi italiani, si sono insediati in particolare nel Sud fra i secoli XV e XVIII e ancora oggi, a distanza di tutto questo tempo, queste popolazioni hanno mantenuto la loro lingua e le loro tradizioni. La Calabria è stata la regione italiana che più di tutte è stata protagonista dell'emigrazione albanese, specie a partire dalla fine del'400, infatti, la nostra è la regione che conta il maggior numero di presenza arbereshe, pari a circa 30mila persone. E particolare attenzione, infatti, è riservata dalla Calabria alle etnie arbereshe, ad esempio, l'Università della Calabria ha istituito nel 1975 una sezione di “albanologia” grazie al professore Francesco Solano, oggi diretta dal docente Francesco Altimari. L'attenzione calabrese nei confronti di questa cultura d'origine balcanica è testimoniata dalle diverse associazioni che conservano e valorizzano questa cultura, in particolare nelle provincie di Cosenza e Crotone. La Lingua arbereshe, ad esempio, è parlata in alcune stazioni radiofoniche private, riviste ed emittenti televisive locali. La minoranza arbereshe è stata legalmente riconosciuta dallo Stato Italiano, con la Legge Quadro 482/99.
mercoledì 28 aprile 2010
Alle mie alunne, che sono pazze di lui
Quando si vuole veramente qualcosa bisogna lottare con tutte le proprie forze per ottenerla, altro che arrendersi!
In bocca al lupo per l'esame!
domenica 11 aprile 2010
«Io venni a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi e ipocrisia».
Giovanni Domenico Campanella (Tommaso è il nome da frate) nasce il 5 settembre 1568 a Stilo, da un'umile famiglia calabrese. Il padre, a stento, riesce a sfamare la famiglia riparando calzari. Campanella, già da bambino dimostra un’intelligenza viva e, attratto dalla cultura dei Domenicani, aderisce a quell’Ordine ad appena tredici anni, quando entra, come novizio, nel vicino convento di Placanica. Nel convento di San Giorgio Morgeto, pronuncia i voti e prende il nome di fra’ Tommaso. Qualche tempo dopo è a Nicastro dove si dedica agli studi di logica aristotelica, quindi a Cosenza dove approfondisce le conoscenze relative alla Teologia.
Una Cronaca del tempo lo descrive come: «uomo di ingegno vivace, di alta statura, con faccia pallida, il pelo nero e i denti radi». Tommaso è avvinto dai sogni, dalla curiosità intellettuale, dall’eloquenza dei Padri Predicatori e non esita a contraddire i suoi stessi maestri.
Si dedica con fervore, e di nascosto, alla lettura di Erasmo, Marsilio Ficino, Telesio, tutti autori che criticano il pensiero aristotelico , lo scolasticismo conventuale e la corruzione della Chiesa.
Campanella si avvicina sempre più alle loro idee; è suggestionato anche dalle concezioni di Ermete, creatore dell’alchimia, e da alcuni trattati di magia e astrologia.
E’ affascinato dalla visione oggettiva ed empirica che Telesio ha del mondo, dove la Natura, al di là di qualsiasi intervento metafisico, si manifesta per se stessa ai sensi dell’uomo in quanto l’uomo è parte di essa. Crede in Dio ma, a differenza di Aristotele, non lo considera motore immobile, ma ente supremo, garante e non creatore dell’ordine universale.
Per queste idee, Campanella viene trasferito in meditazione coatta nel convento di Altomonte.
In seguito raggiunge Napoli dove frequenta l’Accademia dei Secreti di Giovan Battista Della Porta, tra i più profondi conoscitori di occultismo e scienze divinatorie.
In questo periodo pubblica, senza licenza ecclesiastica, Philosophia sensibus demonstrata .
Immediata è la reazione del Consiglio dei Padri Domenicani, così Campanella viene arrestato e sottoposto al primo processo per eresia. Viene condannato al rientro in Calabria dove dovrà attenersi alle dottrine di S. Tommaso e alle verità rivelate dalle Sacre Scritture. Campanella non obbedisce perché convinto di aver raggiunto delle certezze alle quali nessun Tribunale può imporgli di rinunciare. Va a Roma, Firenze, Bologna e Padova, dove Galileo insegnava Scienze Matematiche, ma l’Inquisizione lo controlla e comincia a sequestrare le sue carte.
Nel 1594 viene nuovamente arrestato per gravissimo sospetto di eresia, il Tribunale dell’Inquisizione gli impone la pubblica abiura delle sue dottrine. Seguono i domicili coatti a Roma nei conventi di Santa Sabina e di Santa Maria della Minerva. Poco tempo dopo, un altro processo lo obbliga al rientro in Calabria, a Stilo, nel Convento di Santa Maria del Gesù. Così all’alba del 15 agosto 1598, Campanella giunge nella città dove è nato, lo hanno isolato qui, ma nel suo cuore non è spenta la volontà di ricerca della Verità e del rinnovamento.
Riscrive in latino La città del sole dedicandola al Richelieu e continua ad interessarsi di astrologia, tanto da prevedere che l’eclissi del 1° giugno del 1639 gli sarà fatale. Si sbagliò purtroppo di poco: Campanella muore undici giorni prima, il 21 maggio del 1639 nel convento domenicano di Saint- Honoré a Parigi dove era andato a vivere.
La forza dell’utopia, il tema messianico, profetico del rinnovamento sono le componenti fondamentali da cui bisogna partire per comprendere appieno l’opera di Campanella, il quale così scrisse di sé: «Io venni a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi e ipocrisia».
Frase questa, che compendia molto bene il significato ultimo della vita e dell’opera del Campanella, e che è incisa nel Monumento a lui dedicato nella sua città natale, per ricordare a tutti la sua grandezza intellettuale e morale, che lo ha portato alla ricerca incessante della Verità e della Giustizia.
lunedì 5 aprile 2010
domenica 4 aprile 2010
VI AUGURO UNA SERENA E FELICE PASQUA
Nei miei sogni
ho immaginato
un grande uovo colorato.
Per chi era? Per la gente
dall'Oriente all'Occidente:
pieno, pieno di sorprese
destinate ad ogni paese.
C'era dentro la saggezza
e poi tanta tenerezza,
l'altruismo, la bontà,
gioia in grande quantità.
Tanta pace, tanto amore
da riempire ogni cuore.
lunedì 29 marzo 2010
Le "cuzzupe" pasquali: ricetta per preparare il dolce tipico della Pasqua
Ingredienti
600 gr di farina bianca,
15 gr di lievito di birra,
200 gr di zucchero,
100 gr di strutto,
un bicchierino di anice,
un limone,
quattordici uova
Procedimento
Preparare un panetto con un poco di farina e il lievito di birra disciolto in un poco d'acqua calda e metterlo a lievitare in luogo caldo. quando sarà ben lievitato, mescolarlo alla farina disposta a fontana sulla spianatoia, unendovi quattro uova, il liquore, lo zucchero, un pizzico di sale e, da ultimo, lo strutto ammorbidito. Lavorare a lungo ed energicamente la pasta che deve essere soda ed elastica. farne tante ciambelle o dei panetti lunghi una decina di centimetri e su ciascuno incastrare un uovo crudo. allineare le "cuzzupe" sopra la piastra infarinata, farla lievitare per un paio d'ore poi metterle a cuocere in forno caldo (220°).
600 gr di farina bianca,
15 gr di lievito di birra,
200 gr di zucchero,
100 gr di strutto,
un bicchierino di anice,
un limone,
quattordici uova
Procedimento
Preparare un panetto con un poco di farina e il lievito di birra disciolto in un poco d'acqua calda e metterlo a lievitare in luogo caldo. quando sarà ben lievitato, mescolarlo alla farina disposta a fontana sulla spianatoia, unendovi quattro uova, il liquore, lo zucchero, un pizzico di sale e, da ultimo, lo strutto ammorbidito. Lavorare a lungo ed energicamente la pasta che deve essere soda ed elastica. farne tante ciambelle o dei panetti lunghi una decina di centimetri e su ciascuno incastrare un uovo crudo. allineare le "cuzzupe" sopra la piastra infarinata, farla lievitare per un paio d'ore poi metterle a cuocere in forno caldo (220°).
sabato 27 marzo 2010
La leggenda della Fata Morgana
Se in una calda giornata estiva, passeggiando sullo splendido lungomare di Reggio Calabria (che D'Annunzio definì "il più bel chilometro d'Italia"), vi capitasse di vedere paesi e palazzi della costa siciliana deformarsi e specchiarsi tra cielo e mare, vicini a tal punto da distinguerne gli abitanti, non dovete impressionarvi. Siete solo vittime di un incantesimo. E' la Fata Morgana, un fenomeno ottico simile a un miraggio che si può osservare dalla costa calabra quando aria e mare sono immobili. La leggenda racconta che anche Ruggero I d'Altavilla fu incantato dal sortilegio. Per indurlo a conquistare la Sicilia, con un colpo di bacchetta magica la Fata Morgana gliela fece apparire così vicina da poterla toccare con mano. Ma il re normanno, sdegnato, rifiutò di prendere l'isola con l'inganno. E così, senza l'aiuto della Fata, impiegò trent'anni per conquistarla.
La costa siciliana, vista da quella calabrese, sembra distare pochi metri. Si possono distinguere molto bene le case, le auto e addirittura le persone che camminano nelle strade di Messina. Il tutto avviene quando sulla superficie del mare, minuscole goccioline di acqua rarefatta, fanno da lente di ingrandimento. Il fenomeno prende nome dalla Fata Morgana della mitologia celtica.
Questa è un’altra versione del mito della Fata Morgana.
Era agosto, il cielo e il mare erano senza un alito di vento, e una leggera nebbiolina velava l'orizzonte, durante le invasioni barbariche dopo avere attraversato tutta la penisola, un'orda di conquistatori giunse alle rive del mare Jonio nella città di Reggio Calabria e si trovò davanti allo stretto che divide la Calabria dalla Sicilia. A pochi chilometri sull'altra sponda sorgeva un'isola con un gran monte fumante, l'Etna, ed il Re barbaro si chiedeva come fare a raggiungerla trovandosi sprovvisto di imbarcazioni quindi impotente davanti al mare. All'improvviso apparve una donna meravigliosamente bella, che offrì l'isola al conquistatore, e con un cenno la fece apparire a due passi da lui. Guardando nell'acqua egli vedeva nitidi, come se potesse toccarli con le mani, i monti dell'isola, le spiagge, le vie di campagna e le navi nel porto. Esultando il Re barbaro balzò giù da cavallo e si gettò in acqua, sicuro di poter raggiungere l'isola con due bracciate, ma l'incanto si ruppe e il Re affogò miseramente. Tutto infatti era un miraggio, un gioco di luce della bella e sconosciuta donna, che altri non era se non la Fata Morgana. Il fenomeno si ripete ancora oggi nei giorni calmi e limpidi d'estate, nelle acque della riva di Reggio.
La costa siciliana, vista da quella calabrese, sembra distare pochi metri. Si possono distinguere molto bene le case, le auto e addirittura le persone che camminano nelle strade di Messina. Il tutto avviene quando sulla superficie del mare, minuscole goccioline di acqua rarefatta, fanno da lente di ingrandimento. Il fenomeno prende nome dalla Fata Morgana della mitologia celtica.
Questa è un’altra versione del mito della Fata Morgana.
Era agosto, il cielo e il mare erano senza un alito di vento, e una leggera nebbiolina velava l'orizzonte, durante le invasioni barbariche dopo avere attraversato tutta la penisola, un'orda di conquistatori giunse alle rive del mare Jonio nella città di Reggio Calabria e si trovò davanti allo stretto che divide la Calabria dalla Sicilia. A pochi chilometri sull'altra sponda sorgeva un'isola con un gran monte fumante, l'Etna, ed il Re barbaro si chiedeva come fare a raggiungerla trovandosi sprovvisto di imbarcazioni quindi impotente davanti al mare. All'improvviso apparve una donna meravigliosamente bella, che offrì l'isola al conquistatore, e con un cenno la fece apparire a due passi da lui. Guardando nell'acqua egli vedeva nitidi, come se potesse toccarli con le mani, i monti dell'isola, le spiagge, le vie di campagna e le navi nel porto. Esultando il Re barbaro balzò giù da cavallo e si gettò in acqua, sicuro di poter raggiungere l'isola con due bracciate, ma l'incanto si ruppe e il Re affogò miseramente. Tutto infatti era un miraggio, un gioco di luce della bella e sconosciuta donna, che altri non era se non la Fata Morgana. Il fenomeno si ripete ancora oggi nei giorni calmi e limpidi d'estate, nelle acque della riva di Reggio.
mercoledì 24 marzo 2010
Il Crotone travolge il Frosinone!!
Crotone, tre sberle al Frosinone
La squadra di Lerda ci mette testa e grinta, quella di Moriero gioca una partita inguardabile
Sabato 20 e' tornato alla vittoria il Crotone regolando con un sonoro 3-0 il Frosinone dei tanti ex rossoblù. Ovazione dello stadio per Checco Moriero al suo ingresso in campo, ma dopo il fischio iniziale dell’arbitro non c’è più spazio per i ricordi. Primo tempo non bellissimo con i pitagorici che cercano di fare la partita, ma sfondare non è facile. Al 9’ spunto da applausi di Gabionetta che lascia sul posto Bocchetti, ma il suo traversone finisce fuori. Al 18’ il Crotone ha un’occasionissima per passare; cross di Mazzarani per la testa di Mendicino che colpisce bene e Frattali compie un vero e proprio miracolo. I rossoblù non rischiano praticamente nulla, Mendicino e Gabionetta si prodigano benissimo nella fase difensiva e al momento giusto ripartono. Ma il vantaggio per i padroni di casa arriva solo al 46’ sul penalty; il solito Mendicino serve in area Grillo che viene steso da Scarlato, rigore. Sul dischetto si presenta Bonvissuto che spiazza il portiere, 1-0.
Nella ripresa il Frosinone è praticamente nullo, per merito anche del Crotone. Al 12’ pezzo di bravura di Galardo che conquista caparbiamente il pallone, serve sulla corsa Gabionetta che si beve Bocchetti, converge verso il centro e deposita la sfera in rete con una conclusione chirurgica: 2-0. Ma i rossoblù non si fermano, con il passare dei minuti cresce la prestazione di Perpetuini (all’esordio dal primo minuto) che dimostra grande personalità e concretezza. La rete del definitivo 3-0 arriva con una conclusione di Ginestra servito ottimamente da Degano, con Bocchetti che ci mette del suo.
Funziona tutto nel Crotone che aggancia in classifica i ciociari. Una vittoria fondamentale per i ragazzi di Lerda che questa settimana avranno un doppio impegno importante. Due partite che potrebbero significare molto per la truppa rossoblù.
La squadra di Lerda ci mette testa e grinta, quella di Moriero gioca una partita inguardabile
Sabato 20 e' tornato alla vittoria il Crotone regolando con un sonoro 3-0 il Frosinone dei tanti ex rossoblù. Ovazione dello stadio per Checco Moriero al suo ingresso in campo, ma dopo il fischio iniziale dell’arbitro non c’è più spazio per i ricordi. Primo tempo non bellissimo con i pitagorici che cercano di fare la partita, ma sfondare non è facile. Al 9’ spunto da applausi di Gabionetta che lascia sul posto Bocchetti, ma il suo traversone finisce fuori. Al 18’ il Crotone ha un’occasionissima per passare; cross di Mazzarani per la testa di Mendicino che colpisce bene e Frattali compie un vero e proprio miracolo. I rossoblù non rischiano praticamente nulla, Mendicino e Gabionetta si prodigano benissimo nella fase difensiva e al momento giusto ripartono. Ma il vantaggio per i padroni di casa arriva solo al 46’ sul penalty; il solito Mendicino serve in area Grillo che viene steso da Scarlato, rigore. Sul dischetto si presenta Bonvissuto che spiazza il portiere, 1-0.
Nella ripresa il Frosinone è praticamente nullo, per merito anche del Crotone. Al 12’ pezzo di bravura di Galardo che conquista caparbiamente il pallone, serve sulla corsa Gabionetta che si beve Bocchetti, converge verso il centro e deposita la sfera in rete con una conclusione chirurgica: 2-0. Ma i rossoblù non si fermano, con il passare dei minuti cresce la prestazione di Perpetuini (all’esordio dal primo minuto) che dimostra grande personalità e concretezza. La rete del definitivo 3-0 arriva con una conclusione di Ginestra servito ottimamente da Degano, con Bocchetti che ci mette del suo.
Funziona tutto nel Crotone che aggancia in classifica i ciociari. Una vittoria fondamentale per i ragazzi di Lerda che questa settimana avranno un doppio impegno importante. Due partite che potrebbero significare molto per la truppa rossoblù.
lunedì 22 marzo 2010
Dalla Calabria a Parigi
Qualche giorno fa ho ricevuto questa mail. La pubblico interamente qui di seguito e colgo l'occasione per ringraziare chi l'ha scritta. Sono sempre contenta di ricevere suggerimenti riguardo al blog.
Ciao Ginè,
come va? Spero che a Tarquinia le cose ti vadano bene. Qui sempre tutto uguale, soprattutto in un inverno che sembra non passare mai. Bello il blog....ma basta con 'sta Calabria. Facci vedere qualcosa di Taquinia, carica qualche foto tua e di Alessandro. Vogliamo vedere il filmato del Cristo Risorto. Dicono i tuoi che è tanto commovente.
Comunque, ho trovato un articolo che sicuramente ti piacerà. E' la storia di un mito, una leggenda della musica leggera francese, Dalida. I genitori erano di un paesino vicino Catanzaro ed emigrarono, come molti calabresi, in terra straniera per cercare lavoro.
Mi sembra molto legato alla tematica del blog. Ti ho copiato l'articolo qui di seguito.Leggilo.
Spero di vederti presto. Ti abbraccio.
Tuo cugino Salvatore.
DALIDA "La Calabrese di Parigi"
Si chiamava in realtà Jolanda Cristina Gigliotti,nacque il 17 gennaio 1933 a Choubrah, un modesto sobborgo de Il Cairo (Egitto) da genitori calabresi.Provenivano da Serrastretta, un paese vicino Catanzaro.
Il padre Pietro diventa primo violino dell’Orchestra del Cairo e trasmette alla piccola Jolanda la passione per il mondo dell’arte.
E' il 24 dicembre 1954 quando Dalida prende un aereo e si trasferisce a Parigi ed inizia la sua carriera musicale, che in breve tempo la porterà a diventare la cantante più amata di Francia.
Anche in Italia la sua fama si diffonde rapidamente.
Nel 1962 DALIDA ha 29 anni quando si reca in visita nel paese di origine dei suoi genitori, Serrastretta (Catanzaro), e canta in uno spettacolo il cui incasso viene devoluto in beneficenza ai gestori di un orfanotrofio locale. Serrastretta le conferirà, il 7 di aprile, il titolo di cittadina onoraria oltre che la carica di madrina della squadra di calcio.
Nel 1964 è la prima donna a vincere il disco di platino per aver venduto più di 10 milioni di dischi. La cantante ha venduto più di 125 milioni di dischi premiati da oltre settanta dischi d'oro in sette lingue, numerosi dischi di platino e quello di diamante (creato appositamente per lei).
Tra i molteplici riconoscimenti che le sono stati attribuiti figurano due Oscar mondiali della canzone - ricevuti nel 1963 e nel 1974 per Gigi l'amoroso - nonché, nel 1975, il Premio dell'Académie du Disque français per il brano Il venait d'avoir 18 ans (ispirato al romanzo di Colette Le Blé en herbe, è stato uno fra i suoi brani più conosciuti in Italia con il titolo 18 anni).
Insieme a Edith Piaf, Dalida è senza ombra di dubbio la cantante che ha maggiormente contrassegnato la musica leggera transalpina del XX secolo.
Il suo pubblico l'adora e ne fa una vera e propria icona.
E' il 26 gennaio del 1967 quando Dalida, a 34 anni, partecipa al Festival di Sanremo accanto a Luigi Tenco con sua la canzone "Ciao amore ciao".
Tenco la cantò in italiano e Dalida in francese ma con titolo e ritornello in lingua madre.In realtà Tenco era fortemente indeciso sull'opportunità di presenziare la manifestazione canora ma Dalida era talmente affascinata dal brano che convinse Tenco a gareggiare.
Ma la giuria elimina la canzone al primo turno e Tenco, ritenendola una cosa assolutamente ingiusta, rimane profondamente deluso e si uccide.Da quel momento Dalida alterna il successo con momenti di grande depressione, che la portano a tentare il suicidio due volte.E' domenica 3 maggio del 1987 quando, nella sua villa in rue d'Orchamps a Montmartre, Dalida viene trovata senza vita.
Accanto a lei un biglietto: Perdonatemi, la vita mi è insopportabile.
In Calabria:
L’associazione "Dadila" di Serrastretta, che è nata con l’obiettivo di stimolare la crescita del paese e conservarne le tradizioni, nel nome dell’artista, l’ha celebrata in modo speciale, puntando soprattutto su due grandi eventi: l’apertura di una casa-museo, la "Casa Dalida" e la posa di un’opera bronzea (di Francesco Gallo) con il volto della cantante nell’Anfiteatro Dalida in piazza Aldo Moro.
Nella casa-museo, tre sale ricche di reperti, fotografie, l’atto di nascita che l’artista ha richiesto al Comune di Serrastretta per sposarsi, il telegramma del Presidente Napoletano all’associazione, 33 e 45 giri e spartiti musicali appartenuti alla cantante.
Ci sono gli oggetti personali che ha portato l’amica storica Luciana Gaggio da Milano e poi i pezzi della collezione propria di Demetrio Papagni da Firenze e ancora materiale spediti da Roma e dalla Francia; insomma, amici e appassionati riconoscono alla casa-museo di Serrastretta il diritto di conservare la memoria di Dalida; come a dire:"è qui che sono le sue origini, è qui che deve essere ricordata".
Ciao Ginè,
come va? Spero che a Tarquinia le cose ti vadano bene. Qui sempre tutto uguale, soprattutto in un inverno che sembra non passare mai. Bello il blog....ma basta con 'sta Calabria. Facci vedere qualcosa di Taquinia, carica qualche foto tua e di Alessandro. Vogliamo vedere il filmato del Cristo Risorto. Dicono i tuoi che è tanto commovente.
Comunque, ho trovato un articolo che sicuramente ti piacerà. E' la storia di un mito, una leggenda della musica leggera francese, Dalida. I genitori erano di un paesino vicino Catanzaro ed emigrarono, come molti calabresi, in terra straniera per cercare lavoro.
Mi sembra molto legato alla tematica del blog. Ti ho copiato l'articolo qui di seguito.Leggilo.
Spero di vederti presto. Ti abbraccio.
Tuo cugino Salvatore.
DALIDA "La Calabrese di Parigi"
Si chiamava in realtà Jolanda Cristina Gigliotti,nacque il 17 gennaio 1933 a Choubrah, un modesto sobborgo de Il Cairo (Egitto) da genitori calabresi.Provenivano da Serrastretta, un paese vicino Catanzaro.
Il padre Pietro diventa primo violino dell’Orchestra del Cairo e trasmette alla piccola Jolanda la passione per il mondo dell’arte.
E' il 24 dicembre 1954 quando Dalida prende un aereo e si trasferisce a Parigi ed inizia la sua carriera musicale, che in breve tempo la porterà a diventare la cantante più amata di Francia.
Anche in Italia la sua fama si diffonde rapidamente.
Nel 1962 DALIDA ha 29 anni quando si reca in visita nel paese di origine dei suoi genitori, Serrastretta (Catanzaro), e canta in uno spettacolo il cui incasso viene devoluto in beneficenza ai gestori di un orfanotrofio locale. Serrastretta le conferirà, il 7 di aprile, il titolo di cittadina onoraria oltre che la carica di madrina della squadra di calcio.
Nel 1964 è la prima donna a vincere il disco di platino per aver venduto più di 10 milioni di dischi. La cantante ha venduto più di 125 milioni di dischi premiati da oltre settanta dischi d'oro in sette lingue, numerosi dischi di platino e quello di diamante (creato appositamente per lei).
Tra i molteplici riconoscimenti che le sono stati attribuiti figurano due Oscar mondiali della canzone - ricevuti nel 1963 e nel 1974 per Gigi l'amoroso - nonché, nel 1975, il Premio dell'Académie du Disque français per il brano Il venait d'avoir 18 ans (ispirato al romanzo di Colette Le Blé en herbe, è stato uno fra i suoi brani più conosciuti in Italia con il titolo 18 anni).
Insieme a Edith Piaf, Dalida è senza ombra di dubbio la cantante che ha maggiormente contrassegnato la musica leggera transalpina del XX secolo.
Il suo pubblico l'adora e ne fa una vera e propria icona.
E' il 26 gennaio del 1967 quando Dalida, a 34 anni, partecipa al Festival di Sanremo accanto a Luigi Tenco con sua la canzone "Ciao amore ciao".
Tenco la cantò in italiano e Dalida in francese ma con titolo e ritornello in lingua madre.In realtà Tenco era fortemente indeciso sull'opportunità di presenziare la manifestazione canora ma Dalida era talmente affascinata dal brano che convinse Tenco a gareggiare.
Ma la giuria elimina la canzone al primo turno e Tenco, ritenendola una cosa assolutamente ingiusta, rimane profondamente deluso e si uccide.Da quel momento Dalida alterna il successo con momenti di grande depressione, che la portano a tentare il suicidio due volte.E' domenica 3 maggio del 1987 quando, nella sua villa in rue d'Orchamps a Montmartre, Dalida viene trovata senza vita.
Accanto a lei un biglietto: Perdonatemi, la vita mi è insopportabile.
In Calabria:
L’associazione "Dadila" di Serrastretta, che è nata con l’obiettivo di stimolare la crescita del paese e conservarne le tradizioni, nel nome dell’artista, l’ha celebrata in modo speciale, puntando soprattutto su due grandi eventi: l’apertura di una casa-museo, la "Casa Dalida" e la posa di un’opera bronzea (di Francesco Gallo) con il volto della cantante nell’Anfiteatro Dalida in piazza Aldo Moro.
Nella casa-museo, tre sale ricche di reperti, fotografie, l’atto di nascita che l’artista ha richiesto al Comune di Serrastretta per sposarsi, il telegramma del Presidente Napoletano all’associazione, 33 e 45 giri e spartiti musicali appartenuti alla cantante.
Ci sono gli oggetti personali che ha portato l’amica storica Luciana Gaggio da Milano e poi i pezzi della collezione propria di Demetrio Papagni da Firenze e ancora materiale spediti da Roma e dalla Francia; insomma, amici e appassionati riconoscono alla casa-museo di Serrastretta il diritto di conservare la memoria di Dalida; come a dire:"è qui che sono le sue origini, è qui che deve essere ricordata".
giovedì 18 marzo 2010
La crisi colpisce anche il settore sanitario
Ospedale Crotone e carenza infermieri
Il responsabile è il Piano di rientro. Non solo nel settore dei finanziamenti delle strutture sanitarie della provincia crotonese, ma anche nel comparto del personale sanitario e della sua rimodulazione. Perché secondo il Piano approvato dalla Giunta regionale della Calabria, il turn-over del personale ha subito un vero e proprio blocco. Nelle assunzioni. E se prima di novembre 2009, il mese in cui ha preso corpo il Piano di rientro, la situazione del settore infermieristico dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone era grave, adesso lo è maggiormente. Perché l’ospedale civile “San Giovanni di Dio” convive da tempo con un organico molto esiguo.
Per questo motivo i dipendenti sanitari dell’Asp pitagorica, con la Cgil-Fp e la Uil-Fpl, hanno avanzato alcune richieste alla dirigenza dell’Azienda azienda sanitaria provinciale di Crotone. Richieste che saranno enunciate anche venerdì in occasione di un’assemblea che si terrà alle ore 12 presso la biblioteca dell’ospedale crotonese. Durante l’incontro si discuterà inoltre della mancata applicazione del contratto integrativo aziendale 2006-2009. Contratto già approvato da tre mesi.
Tra le istanze emergono su tutte la programmazione da parte dei vertici aziendali, la richiesta di strutture idonee in cui lavorare, la dotazione di apparecchiature strumentali e ovviamente l’assunzione di personale infermieristico, tecnico e sanitario di base all’interno del presidio ospedaliero.
La mannaia dei tagli sembra avere colpito il settore infermieristico che allo stato attuale si trova a lavorare con una programmazione dei turni che sembra ledere il diritto legittimo del giorno di riposo. La programmazione, a detta degli infermieri del presidio ospedaliero, è infatti soggetta a manipolazioni continue e alla necessità di richiamare in servizio anche il personale in riposo. La conseguenza è allora una reperibilità 24 ore su 24 e non retribuita. Per questo motivo le sigle sindacali hanno deciso di tutelare i lavoratori facendo leva sui Decreti legislativi 626 del 1994 e 81 nel 2008, i quali mirano a difendere la sicurezza negli ambienti di lavoro e la prevenzione degli infortuni. Norme legittime che servono a vigilare sulle condizioni lavorative di un settore in crisi e di dipendenti costretti a coprire numerosi turni, rinunciando spesso alle ferie.
Erica Tancioni
Il responsabile è il Piano di rientro. Non solo nel settore dei finanziamenti delle strutture sanitarie della provincia crotonese, ma anche nel comparto del personale sanitario e della sua rimodulazione. Perché secondo il Piano approvato dalla Giunta regionale della Calabria, il turn-over del personale ha subito un vero e proprio blocco. Nelle assunzioni. E se prima di novembre 2009, il mese in cui ha preso corpo il Piano di rientro, la situazione del settore infermieristico dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone era grave, adesso lo è maggiormente. Perché l’ospedale civile “San Giovanni di Dio” convive da tempo con un organico molto esiguo.
Per questo motivo i dipendenti sanitari dell’Asp pitagorica, con la Cgil-Fp e la Uil-Fpl, hanno avanzato alcune richieste alla dirigenza dell’Azienda azienda sanitaria provinciale di Crotone. Richieste che saranno enunciate anche venerdì in occasione di un’assemblea che si terrà alle ore 12 presso la biblioteca dell’ospedale crotonese. Durante l’incontro si discuterà inoltre della mancata applicazione del contratto integrativo aziendale 2006-2009. Contratto già approvato da tre mesi.
Tra le istanze emergono su tutte la programmazione da parte dei vertici aziendali, la richiesta di strutture idonee in cui lavorare, la dotazione di apparecchiature strumentali e ovviamente l’assunzione di personale infermieristico, tecnico e sanitario di base all’interno del presidio ospedaliero.
La mannaia dei tagli sembra avere colpito il settore infermieristico che allo stato attuale si trova a lavorare con una programmazione dei turni che sembra ledere il diritto legittimo del giorno di riposo. La programmazione, a detta degli infermieri del presidio ospedaliero, è infatti soggetta a manipolazioni continue e alla necessità di richiamare in servizio anche il personale in riposo. La conseguenza è allora una reperibilità 24 ore su 24 e non retribuita. Per questo motivo le sigle sindacali hanno deciso di tutelare i lavoratori facendo leva sui Decreti legislativi 626 del 1994 e 81 nel 2008, i quali mirano a difendere la sicurezza negli ambienti di lavoro e la prevenzione degli infortuni. Norme legittime che servono a vigilare sulle condizioni lavorative di un settore in crisi e di dipendenti costretti a coprire numerosi turni, rinunciando spesso alle ferie.
Erica Tancioni
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