sabato 28 novembre 2009

lunedì 23 novembre 2009

UN MITO CALABRESE ( CON DEDICA)

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Dedicata a tutti coloro che negli anni '70 erano dei teenageers e si innamoravano per la prima volta...

UN MITO CALABRESE

Quando gli studenti cominciano "a dare di matto"....

In tre scuole crotonesi è tornata la ‘novembrite’
venerdì 20 novembre 2009

C’eravamo illusi che quest’anno fosse diverso e invece no: nelle scuole crotonesi è ritornato l’incubo delle sostenze maleodoranti. Fino a questo momento, forse distratti dai tanti problemi che hanno attraversato la scuola crotonese, sembrava che gli studenti, almeno per quest’anno, avessero deciso di disertare il tradizionale appuntamento con la ‘novembrite’ e invece proprio quando finalmente è stato risolto il problema degli studenti della Ragioneria, il cui istituto era stato chiuso a scopo preventivo per problemi di natura ambientale, e ogni scuola della città poteva fare regolarmente lezione, gli studenti hanno trovato il modo di creare altri problemi. Mercoledì 17 il vandalismo ha colpito in ben tre scuole superiori: il liceo scientifico ‘Filolao’, l’Ipsia ‘Barlacchi’ e il magistrale ‘Gravina’. Evidentemente la minaccia concreta del diritto all’istruzione vissuta dai colleghi della Ragioneria, che sono rimasti a casa per 40 giorni, non ha lasciato alcun segno. Ovviamente tra gli studenti nessuno ha visto e sentito niente, il vandalismo nelle scuole continua ad essere sostenuto dall’omertà, anche di quelli che non condividono, ma che non hanno il coraggio di denunciare i bulli della situazione. Solo al ‘Gravina’, le lezioni si sono tenute ugualmente, allo Scientifico, sebbene il problema riguardasse solo il plesso più grande, “per solidarietà” hanno deciso di non entrare a scuola pure i ragazzi delle prime e delle seconde classi, che fanno lezione nel plesso più piccolo ubicato accanto a quello centrale. È rimasta completamente chiusa, invece, l’Ipsia. In un passato non molto lontano a Crotone la ‘novembrite’ consisteva nelle contestazioni studentesche. Probabilmente per la maggior parte dei ragazzi erano solo un palliativo - sono ormai lontani e purtroppo anche dimenticati i tempi appassionanti in cui i giovani, anche in Calabria, rispondevano all’appello “studenti, lavoratori”, scendendo nelle piazze con convinzione per rivendicare una società e una scuola più giuste - ma almeno ci si sforzava a trovare una giustificazione alla voglia di non fare scuola; da qualche anno a questa parte, invece, i giovani crotonesi hanno deciso di rinunciare anche a far finta di volere una scuola migliore e l’avvelenano con le loro mani. Loro stessi, così, gettandovi all’interno sostanze maleodoranti, si autoprivano del diritto all’istruzione.

www.ilcrotonese.it

Un altro grave problema del crotonese : la 'ndrangheta

Con il termine 'Ndràngheta (o Famiglia Montalbano, Onorata società, la Santa e Picciotteria) si indica la criminalità organizzata calabrese. La 'ndrangheta si è sviluppata a partire da organizzazioni criminali operanti nella provincia di Reggio Calabria, dove oggi è fortemente radicata, anche se il potere mafioso è in forte espansione nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro e Crotone e Cosenza. Oggi la 'ndrangheta è considerata la più forte e pericolosa organizzazione criminale in Italia con una diffusione della presenza anche all'estero (dal Canada ad altri paesi europei meta dell'emigrazione calabrese). Secondo le forze dell'ordine, in Calabria sono attualmente operanti circa 155 clan locali (definiti cosche o 'ndrine) che affiliano circa 6.000 persone dedite ad attività criminali, legate spesso tra loro da vincoli familiari. Nella regione Calabria la 'ndrangheta svolge un profondo condizionamento sociale fondato sia sulla forza delle armi che sul ruolo economico attualmente raggiunto attraverso il riciclaggio del denaro sporco, riciclaggio che le ha permesso di controllare ampi settori dell'economia dall'impresa al commercio e all'agricoltura, spesso con una forte connivenza di aree della pubblica amministrazione a livello locale e regionale.

http://www.alboscuole.it/articoli.aspx?cod=1932w3ueqi55yxhkz3mfwu2hcprl328-212849

domenica 22 novembre 2009

II residenti di S.Anna: immigrati una risorsa economica ma stiano nel campo
venerdì 20 novembre 2009

La comunità residente in località Sant’Anna non ha intenzione di chiudere gli occhi sulle condizioni di vita all’interno del Centro di accoglienza per immigrati gestito dalla Misericordia di Isola Capo Rizzuto, preoccupata che eventuali disagi vissuti dagli stranieri nel campo finiranno per riflettersi anche all’esterno, peggiorando ulteriormente la vivibilità della contrada, che negli ultimi tempi, proprio a causa della presenza degli stranieri, è stata molto provata. Per questo, dopo la denuncia del Coisp - un sindacato di Polizia che attraverso delle foto inquietanti ha presentato su internet il centro per stranieri come una sorta di lager -, e gli articoli apparsi sul nostro giornale, il ‘Comitato promozionale Sant’Anna’ ha deciso di organizzare un incontro invitando chi nel Centro vi opera e le istituzioni. Mercoledì 18 novembre, però, nella sede del circolo Uisp di San’Anna, a disertare la riunione sono stati in tanti: sicuramente l’assenza più importante è stata quella della Misericordia, ma non si sono presenti nemmeno la Prefettura e il Comune di Crotone, circostanza che ha suscitato vivo malcontento tra gli abitanti della contrada, i quali già in più occasioni hanno denunciato indifferenza istituzionale sui loro problemi. A fornire risposte, però, sono stati alcuni amministratori che di recente hanno fatto visita al campo di Sant’Anna: il presidente del Consiglio provinciale, Benedetto Proto, e il vice presidente della Giunta provinciale, Gianluca Bruno. Quest’ultimo, in particolare, ha ritenuto di conoscere la reale situazione che si vive all’interno del campo “perché - ha detto - dopo la diffusione di alcune notizie da parte di certa stampa, che pare si voglia solo divertire scrivendo male gratuitamente su chi opera nel centro con professionalità e dignità, ho fatto una visita ‘improvvisata’ (sic!, ndr) all’interno”. Garantisce personalmente, quindi, Gianluca Bruno. Secondo lui, anzi, la situazione della contrada rispetto agli scorsi mesi è migliorata: le forze dell’ordine sono costantemente presenti e poi anche il fenomeno della prostituzione è stato ridimensionato. Come? Liberandosi delle nigeriane. Bruno con soddisfazione ha comunicato che nel giorno in cui ha fatto la sua visita “improvvisa” al centro, consultando l’elenco delle presenze ha constatato che “il numero delle nigeriane era pari a zero”. Finalmente! Almeno questo problema è risolto: ora tutti quegli uomini residenti nella provincia di Crotone o comunque di passaggio sulla statale 106 che potevano soddisfare i loro desideri proibiti a buon mercato (anche per la modica cifra di 3 euro) non potranno più peccare. E le foto del Coisp? Secondo Bruno il disagio c’è e non si può negare, però non è da attribuire a chi gestisce il campo, ma piuttosto degli stranieri incivili. “È vero - ha ammesso - ci sono container rotti, rifiuti fuori dai cassonetti, ma se gli immigrati fanno delle risse tra di loro e distruggono tutto o sporcano la colpa è loro”. Per quanto riguarda il Coisp, secondo Bruno è solo “un sindacato minoritario che cerca di attrarre nuovi iscritti montando delle denunce eclatanti o che, probabilmente come certa stampa, ha interesse a far chiudere una realtà che ha ricadute economiche positive sul territorio”. Il sindaco del Comune di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole però ha riconosciuto che “spesso gli stranieri causano i problemi alle strutture, però poi non è sempre facile intervenire tempestivamente perché c’è bisogno di autorizzazioni da parte del ministero. Dentro sicuramente non c’è il paradiso - ha detto - ma almeno una situazione dignitosa”. Il sindaco, poi, ha invitato la comunità a continuare a sostenere l’integrazione degli stranieri
ARRIVANO MIGLIAIA DI CLANDESTINI NEL CROTONESE E VENGONO TRASFERITI NEL CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA DI ISOLA CAPO RIZZUTO
I PROBLEMI DI CROTONE


28 OTTOBRE 2009

Sbarco di immigrati nel crotonese durante la notte

CROTONE – Diverse decine di immigrati, secondo le prime notizie provenienti dalla Turchia ed in gran parte di etnia curda, sono approdati intorno alle 2 di stamani sulla costa ionica crotonese, in localita’ Steccato di Cutro, a bordo di un barcone lungo circa una trentina di metri che si e’ arenato sulla spiaggia. Gli occupanti si sono dispersi a piedi lungo il litorale.

Una ventina di loro e’ stata bloccata questa mattina dalla Polizia nella stazione ferroviaria di Catanzaro Lido, mentre tre sono stati rintracciati dai Carabinieri nella zona di Botricello (Cz). Gli altri sono stati rintracciati da Carabinieri e Polizia di Stato e trasferiti al Cie di Isola Capo Rizzuto (Kr).

Anche quelli rintracciati a Catanzaro sono stati trasportati in pullman nella stessa destinazione. Secondo quanto riferito da alcuni operatori della Polizia, gli immigrati sarebbero partiti da Istambul ed avrebbero fatto un viaggio senza tappe intermedie.


http://www.calabrianotizie.it/2009/10/28/sbarco-di-immigrati-nel-crotonese-durante-la-notte/
DAL SACRO AL PROFANO: LA NOSTRA SQUADRA .


ALTRO CHE JUVE O INTER....

NOI GUARDIAMO OLTRE.....

NON CI PERDIAMO IN CHIACCHIERE....

PER NOI

"IL CIELO E' SEMPRE PIU' BLU"


domenica 8 novembre 2009

L'incoronazione della Madonna di Setteporte
Questo è stato un anno importante per noi parrocchiani di Rocca di Neto. Ha avuto luogo una cerimonia particolare chiamata "incoronazione" della Madonna di Setteporte. Prima abbiamo raccolto l'oro per tutte le case del paese.Ognuno di noi ha contribuito regalando collanine,anelli,orecchini e altro. Poi l'oro raccolto è stato fuso e l'orafo Michele Affidato ha costruito le corone per la statua della Madonna.


Il secondo momento è stata la benedizione delle corone durante un'udienza papale avuta luogo ai primi di marzo 2009.

La benedizione delle corone e dei diademi, realizzate da Michele Affidato, con l’oro offerto dalla comunità di Rocca di Neto, e che arricchiranno il quadro e la statua della Madonna di Setteporte, come si poteva prevedere, è stato un grande avvenimento, non solo atteso con trepidazione, ma di grande gioia per tutti. Numerosi i fedeli che in compagnia di Monsignor Francesco Frandina e del sindaco Alfonso Dattilo, hanno inteso assistere all’udienza Generale concessa da Sua Santità Benedetto XVI, nella quale ha consacrato i sacri monili. Ad essere ricevuti dal Santo Padre, sono stati Monsignor Frandina e il nostro Orafo che ha illustrato il progetto, lo stile e il metodo di lavorazione. Sua Santità, in compagnia del suo segretario , prima di ricevere in dono un bassorilievo in argento, anche questo realizzato dal nostro concittadino, raffigurante la Madonna di Setteporte, omaggio della Comunità Parrocchiale di Rocca di Neto, si è complimentato con l’Orafo crotonese, per le sue preziose creazioni definendole “opere d’arte ricche di luce e di colore”.
Ad accompagnare i miei parrocchiani in Piazza San Pietro c'ero anche io.
Z.L.



Santuario Madonna delle Sette Porte-Rocca di Neto (Crotone)


CROTONE- Rocca di Neto. È in questo luogo che si trova il “Santuario della Madonna delle Sette Porte”, nome derivatogli dalle grazie concesse dalla Vergine alla popolazione in un lontano tempo in cui la vita si prospettava molto dura. In quel tempo infatti, precisamente nel 1460, la situazione era difficile a causa delle rivendicazioni del principe di Rossano Marino di Marzano al quale avevano sottratto il feudo di Rocca di Neto. La chiesa fu costruita nel 1662 ma a causa di terremoti ed altri fattori di danno provocati dal tempo è stata più volte ristrutturata.Al suo interno si trovano varie opere fra cui,la più importante, un dipinto su tela della seconda metà del 1400 che porta molti caratteri dello stile cinque o seicentesco e la cui bellezza ha fatto in modo che nel 1902 fosse commissionata una scultura in legno raffigurante nella stessa modalità la Madonna col Bambino e gli angeli. Questo quadro era presumibilmente posto nella “celletta dell’eremita” di cui oggi, sfortunatamente, non rimane traccia.
Proverbi crotonesi

L’amicizia rinnuvata è cuami a cucina quadiata.(L’amicizia rinnovata è come la cucina riscaldata).

I parianti sunu i dianti.(I parenti sono i denti)

Guardati i du puaviri arricchisciuti e di tignusi cu ri capiddri.(Stai attento ai poveri che si arricchiscono e ai calvi con i capelli)

Viatu chini fadi u pani e amaru chini aspetta a cuddrura i latri.(Beato è chi prepara il pane, disperato è chi aspetta dagli altri la ciambella)

Fija fimmina intra a fascia, dote intra a cascia.(Figlia femmina in fascie, dote nella cassa)

Si Marzu ngrugna ti fa cadiri l’ugna.(Se Marzo fa i capricci fa cadere le unghie)

Marzu, Marzicchiu n’ura ti vagna e e n’ura t’assulicchia.(Marzo, Marzerello, un’ora ti bagna e un’ora ti riscalda)

Bona vinuta norama mpalazzu pozzi durari quantu a nivi a Marzu.(Benvenuta nuora mia in questo palazzo e che tu possa durare quanto la neve a Marzo)

Bona vinuta socrama gentili pozzi durari quanta a nivi i d’Aprili.(Benvenuta, mia suocera gentile, che tu possa vivere quanto la neve ad Aprile)

Pani e mantu u grava tantu(Pane e mantello non sono mai troppi)

Surrasca e tirrubisca e malu tiampu fa, a donna in casa d’atru mala spera fa.(Lampi e tuoni fanno mal tempo, così come la donna in casa d’altri fa cattivo tempo)

Gaddrina chi canta e donna chi rira tagliali a capu e falla muriri.(Gallina che canta e donna che ride, tagliale la testa e falla morire)

Quannu zappi e quannu puti né ziani e né niputi; quannu è l’ura i du vinnumari tutti ziu ti vuanu chiamari.(Quando zappi e quando poti la vigna non ti riconoscono né zii e né nipoti; ma quando è l’ora di vendemmiare tutti zio ti vogliono chiamare)

Quannu u tiampu è da muntagna, pia a zappa e va in campagna, quannu u tiampu è da marina pia a pignata e va a cucina.(Quando il tempo viene dalla montagna prendi la zappa e vai in campagna, quando il tempo viene dalla marina prendi la pentola e vai a cucinare)

U carcarazzu ppi si piari l’affari i l’atri ha fattu l’ali yanchi.(La civetta facendosi gli affari altrui ha fatto le ali bianche)

sabato 7 novembre 2009



GASTRONOMIA CROTONESE

La tradizione culinaria del crotonese basa su alimenti dal sapore robusto, con l’uso frequente di peperoncino piccante e di prodotti spontanei come finocchio aromatico, cipolline selvatiche, cicoria, asparagi etc. Una delle sue peculiarità è “la provvista”, cioè l’uso di preparare in casa particolari conserve che dovevano essere usate durante tutto l’anno. Un’economia domestica di questo genere si può spiegare alla luce delle svantaggiate condizioni socio-economiche nelle quali versava la gente del nostro paese fino a 30 anni fa. I nostri anziani ricordano con enfasi il rito della “mailatura” che avveniva una volta l’anno ed era uno dei momenti di massima partecipazione familiare, coinvolgendo finanche amici e conoscenti. Questo rito offriva la possibilità a chi vi partecipava di affrancarsi dalle vicissitudini giornaliere. Era l’occasione per fare festa nel vero senso della parola, con riti e tradizioni che affondano nella sana civiltà contadina; infatti una delle tante manifestazioni che facevano parte di questo rito era la distribuzione della cosiddetta “parte”, che consisteva nell’offrire a parenti e a vicini un po’ di pancetta, del fegato e una fettina di filetto con l’osso. Il significato di questo rito era quello di voler dividere con gli altri l’abbondanza che “la provvidenza” elargiva in quei giorni di festa. Durante la lavorazione della carne di maiale, niente veniva lasciato al caso, niente era trascurato e menchémeno l’utilizzazione delle parti più povere dell’animale. Proprio le parti meno nobili andavano ad arricchire la dispensa con alimenti che hanno sfamato e deliziato, intere generazioni e che costituiscono il patrimonio gastronomico più caratteristico del nostro paese.

Ricette tipiche del luogo e modalità di preparazione
“A ndujjia”

Questo termine stava ad indicare nel dialetto rocchitano “un niente”, cioè un alimento che non aveva nessun valore qualitativo poiché veniva ricavata dagli scarti del maiale. Si preparava raccogliendo i residui delle interiora e della carne del maiale, amalgamando il tutto con del pepe rosso macinato e sale. L’impasto veniva poi insaccato in un grosso intestino dello stesso maiale e messo a stagionare in luogo asciutto per un lungo periodo.

“A gnelatina”

La gelatina di maiale veniva preparata con la testa, la trippa, la coda, le zampe, le cotenne del maiale, e con l’aggiunta di qualche pezzo di carne magra; il tutto si faceva bollire dopo un’accurata pulizia. Nel frattempo, in un grosso pentolone, si metteva a bollire dell’aceto con pepe rosso, aglio, alloro e poi si aggiungevano le parti del maiale precedentemente cotte e tagliate a pezzetti. Terminate queste operazioni “a gnelatina” si lasciava raffreddare ed assumeva un aspetto gelatinoso.

"La carne salata"

Costole e pancetta magra di maiale vengono passate nel sale e poi messi a strati in un "salaturu" (recipiente di terracotta). La carne si consuma cotta, insieme a verdure, legumi o sugo di pomodoro, di solito dopo diversi mesi.

"Peperoni e Pomodori Verdi salati"

Questi ortaggi vengono raccolti e lasciati riposare per 12 o 24 ore, dopodiché vengono tagliati in due e disposti a strati in un "salaturu" ( recipiente di terracotta) ricoperti con sale e finocchio selvatico. Si consumano fritti.

"Pomodori secchi sott’olio"

Per la preparazione di questo gustosissimo piatto, servono pomodori ben maturi e molto grossi, da tagliare in due, cospargere con sale, e lasciare essiccare al cocente sole d’agosto per un paio di giorni. Quando i pomodori sono ben asciutti, si adagiano nei barattoli formando diversi strati di pomodori alternati con aglio, semi di finocchio, peperoncini rossi spezzettati, il tutto si copre con abbondante olio.

mercoledì 4 novembre 2009

TARTARUGANDO 2009: CONCORSO DI DISEGNO A PREMI 23/10/2009

Legambiente, in collaborazione con la Regione Campania ( Ass. all'Agricoltura e alle Politiche Produttive e Scuole Aperte Ass. all'Istruzione - Formazione e Lavoro), il Comune di Napoli Ass. all'Ambiente e il Parco Nazionale del Cilento e Valle di Daino, indice il IV° concorso di disegno a premi Tartarugando, sul tema della salvaguardia delle tartarughe marine e del mare.
Lo scopo del concorso è diffondere le conoscenze sulle tartarughe marine, rettili che rischiano l'estinzione a causa delle attività umane (inquinamento, pesca intensiva, alterazione degli habitat marini e terrestri).
Il concorso è rivolto a ciascuna delle seguenti categorie:
- Alunni delle scuole elementari
- Alunni delle scuole medie di I° grado
- Alunni delle scuole medie superiori di II° grado
- Non professionisti della pittura
- Professionisti della pittura

Scadenza : 30/11/2009
http://www.riservamarinacaporizzuto.it/documenti/S.O.S._TARTARUGHE.PDF



















L'Area Marina Protetta di Isola Capo Rizzuto



Mare cristallino, sabbia finissima color tiziano, scogliere scoscese e selvagge che si confondono con i colori cangianti del cielo: da questo paesaggio sembrano esalare i profumi di un tempo ed i ricordi della storia.



Questo è ciò che l'Area Marina Protetta "Capo Rizzuto" offre al visitatore, un viaggio tra storia, leggenda, mito e archeologia, ma anche un percorso esclusivo attraverso un patrimonio naturalistico e biologico di notevole valore e preziosità.


Istituita ufficialmente con D.M. del 27 dicembre 1991 e successivo D.M. del 19 febbraio 2002, ricopre una superficie di circa 14.721 ettari e si sviluppa su un territorio di ben 42 km di costa, coinvolgendo due comuni: Crotone ed Isola Capo Rizzuto. L'istituzione dell'area protetta consegue un duplice obiettivo: la preservazione di un tratto di costa unico dal punto di vista ambientale, contraddistinto per oltre 42 km da una lunga teoria di piccole insenature, e la tutela del vasto e ricco patrimonio archeologico, presente sui fondali marini.
Il misterioso castello

Nella meravigliosa Isola di Capo Rizzuto, sul litorale Crotonese sorge uno dei più imponenti castelli calabresi. Un angolo di terra millenario dove si sono intrecciati gloria, sventura e storia, rendendo questo luogo affascinante e misterioso. Le fonti storiche confermano che Le Castella, un vecchio borgo risale al periodo del soggiorno forzato (204 a.c.) del famoso condottiero Cartaginese Annibale. Il nome al plurale “Le Castella” è dovuto all’esistenza di alcuni castelli che misteriosamente sono stati risucchiati dal mare. Questa tesi è resa valida dalla presenza di resti di antiche mura rinvenute nei dintorni del castello Aragonese.Questo maestoso castello situato su un isolotto e collegato alla spiaggia da un lembo di terra è a dir poco stravolgente poiché ammirandolo ricorda la storia e le varie vicende di occupazione e di guerre avvenute nel castello stesso e per lo stesso Castello. Pensiamo agli Arabi quando tra il IX e il XI secolo occuparono le Castella poco vicino ad avere il controllo del Golfo.A quanto pare oggi è infestato dagli spettri di tutti coloro che hanno preso parte ai numerosi assalti al castello, tanto che oltre alle grida dei guerrieri uccisi in battaglia sotto le sue mura, c’è chi sostiene di riuscire in periodi stabiliti a scorgere anche le navi fantasma degli invasori che si avvicinano minacciose al maniero.
Perché nei lontani tempi il golfo era fonte di enorme ricchezza poiché lo scambio significava molto, ma molto denaro e quindi il differenziarsi tra le persone normali.La costruzione attuale delle Castella è opera degli Aragona, che nel XV° secolo resero possibile il sistema offensivo del Regno di Napoli per preservarlo dalle invasioni.Questo Castello ha una pianta irregolare in quanto si ipotizza che sia stato costruito ad una fortificazione già esistente e fatto dagli Angioini.Altri storici confermano che fino al ‘500 vi erano due isolati non lontano dalla terra ferma, in una delle quali, chiamata Ogigia, la ninfa Calypso cantata da Omero nell’ Odissea avrebbe fermato per lungo tempo l’ eroe del mare Ulisse. La costa meravigliosa di Isola di Capo Rizzuto ha visto succedersi le più importanti civiltà del passato. Qui giunsero gli Achei di Miskellos e nel VII sec a.c. sbarcarono sulla costa e fondarono Kroton. Oggi bellissima città di Crotone.