Qualche giorno fa ho ricevuto questa mail. La pubblico interamente qui di seguito e colgo l'occasione per ringraziare chi l'ha scritta. Sono sempre contenta di ricevere suggerimenti riguardo al blog.
Ciao Ginè,
come va? Spero che a Tarquinia le cose ti vadano bene. Qui sempre tutto uguale, soprattutto in un inverno che sembra non passare mai. Bello il blog....ma basta con 'sta Calabria. Facci vedere qualcosa di Taquinia, carica qualche foto tua e di Alessandro. Vogliamo vedere il filmato del Cristo Risorto. Dicono i tuoi che è tanto commovente.
Comunque, ho trovato un articolo che sicuramente ti piacerà. E' la storia di un mito, una leggenda della musica leggera francese, Dalida. I genitori erano di un paesino vicino Catanzaro ed emigrarono, come molti calabresi, in terra straniera per cercare lavoro.
Mi sembra molto legato alla tematica del blog. Ti ho copiato l'articolo qui di seguito.Leggilo.
Spero di vederti presto. Ti abbraccio.
Tuo cugino Salvatore.
DALIDA "La Calabrese di Parigi"
Si chiamava in realtà Jolanda Cristina Gigliotti,nacque il 17 gennaio 1933 a Choubrah, un modesto sobborgo de Il Cairo (Egitto) da genitori calabresi.Provenivano da Serrastretta, un paese vicino Catanzaro.
Il padre Pietro diventa primo violino dell’Orchestra del Cairo e trasmette alla piccola Jolanda la passione per il mondo dell’arte.
E' il 24 dicembre 1954 quando Dalida prende un aereo e si trasferisce a Parigi ed inizia la sua carriera musicale, che in breve tempo la porterà a diventare la cantante più amata di Francia.
Anche in Italia la sua fama si diffonde rapidamente.
Nel 1962 DALIDA ha 29 anni quando si reca in visita nel paese di origine dei suoi genitori, Serrastretta (Catanzaro), e canta in uno spettacolo il cui incasso viene devoluto in beneficenza ai gestori di un orfanotrofio locale. Serrastretta le conferirà, il 7 di aprile, il titolo di cittadina onoraria oltre che la carica di madrina della squadra di calcio.
Nel 1964 è la prima donna a vincere il disco di platino per aver venduto più di 10 milioni di dischi. La cantante ha venduto più di 125 milioni di dischi premiati da oltre settanta dischi d'oro in sette lingue, numerosi dischi di platino e quello di diamante (creato appositamente per lei).
Tra i molteplici riconoscimenti che le sono stati attribuiti figurano due Oscar mondiali della canzone - ricevuti nel 1963 e nel 1974 per Gigi l'amoroso - nonché, nel 1975, il Premio dell'Académie du Disque français per il brano Il venait d'avoir 18 ans (ispirato al romanzo di Colette Le Blé en herbe, è stato uno fra i suoi brani più conosciuti in Italia con il titolo 18 anni).
Insieme a Edith Piaf, Dalida è senza ombra di dubbio la cantante che ha maggiormente contrassegnato la musica leggera transalpina del XX secolo.
Il suo pubblico l'adora e ne fa una vera e propria icona.
E' il 26 gennaio del 1967 quando Dalida, a 34 anni, partecipa al Festival di Sanremo accanto a Luigi Tenco con sua la canzone "Ciao amore ciao".
Tenco la cantò in italiano e Dalida in francese ma con titolo e ritornello in lingua madre.In realtà Tenco era fortemente indeciso sull'opportunità di presenziare la manifestazione canora ma Dalida era talmente affascinata dal brano che convinse Tenco a gareggiare.
Ma la giuria elimina la canzone al primo turno e Tenco, ritenendola una cosa assolutamente ingiusta, rimane profondamente deluso e si uccide.Da quel momento Dalida alterna il successo con momenti di grande depressione, che la portano a tentare il suicidio due volte.E' domenica 3 maggio del 1987 quando, nella sua villa in rue d'Orchamps a Montmartre, Dalida viene trovata senza vita.
Accanto a lei un biglietto: Perdonatemi, la vita mi è insopportabile.
In Calabria:
L’associazione "Dadila" di Serrastretta, che è nata con l’obiettivo di stimolare la crescita del paese e conservarne le tradizioni, nel nome dell’artista, l’ha celebrata in modo speciale, puntando soprattutto su due grandi eventi: l’apertura di una casa-museo, la "Casa Dalida" e la posa di un’opera bronzea (di Francesco Gallo) con il volto della cantante nell’Anfiteatro Dalida in piazza Aldo Moro.
Nella casa-museo, tre sale ricche di reperti, fotografie, l’atto di nascita che l’artista ha richiesto al Comune di Serrastretta per sposarsi, il telegramma del Presidente Napoletano all’associazione, 33 e 45 giri e spartiti musicali appartenuti alla cantante.
Ci sono gli oggetti personali che ha portato l’amica storica Luciana Gaggio da Milano e poi i pezzi della collezione propria di Demetrio Papagni da Firenze e ancora materiale spediti da Roma e dalla Francia; insomma, amici e appassionati riconoscono alla casa-museo di Serrastretta il diritto di conservare la memoria di Dalida; come a dire:"è qui che sono le sue origini, è qui che deve essere ricordata".
lunedì 22 marzo 2010
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