venerdì 5 marzo 2010

La Calabria come tappa importante del Grand Tour


Il Grand Tour fu un fenomeno culturale tipicamente settecentesco.
Con l'espressione si é soliti definire il viaggio di istruzione e di formazione, ma anche di divertimento e di svago, e perché no di avventura, che le élites europee, e americane poi, intraprendevano attraverso l'Europa.

Protagonisti indiscussi del Grand Tour erano i giovani che avevano appena concluso gli studi. Con il viaggio, la loro educazione libresca si completava e si perfezionava: le solide categorie apprese nelle università si facevano più duttili, si arricchivano dell'uso di mondo, si aprivano alla moda, al gusto e alla competenza estetica, si completavano con la conoscenza comparata degli uomini e delle nazioni.

Ma a viaggiare erano anche diplomatici, filosofi, collezionisti, amatori d'arte, romanzieri, poeti, artisti. Meta privilegiata era l'Italia, culla della civiltà e dell'arte.

Arrivarono in Calabria personaggi come il romanziere Dumas, Norman Douglas,il famoso Casanova ma soprattutto Goethe, il più grande poeta della letteratura tedesca.

Douglas scrive Old Calabria nel 1915, di ritorno dal suo secondo viaggio nella regione, tra una piccola stanzetta alla periferia di Londra e la mitica sala di lettura del British Museum. Old Calabria non è solo un gran libro di viaggio ma anche un’aggiornata e utile “enciclopedia” sulla realtà calabrese, un eccellente strumento di divulgazione della Calabria. L’elenco delle curiosità
e degli interessi dell'autore é impressionante. Tutto quello che l’occhio riesce a scorgere, subito lo riguarda: Douglas non è mai indifferente o distratto.
Lo interessano le chiese, che lo entusiasmano a patto che siano austere e antichissime, i ruderi di monasteri, le celebrazioni liturgiche albanesi, la religiosità e la superstizione. Ma anche la vita
profana e civile, i volti della gente comune, le posture di solitari pastori, le scritte sui muri, le ingenue pubblicità paesane, i murales di protesta, il culto della pulizia.
Il controllato lirismo di Douglas si scioglie e prorompe, però, in presenza del paesaggio calabro al punto che quando ci trasporta in Sila e ci fa accampare sotto il pino laricio, noi lettori quasi rabbrividiamo per il brusco passaggio dalla luce all’ombra e dalla canicola al refrigerio.
Unanimamente considerata l'opera migliore di Douglas, Old Calabria è stato tradotto in tutte le lingue conosciute dell'epoca.

Nessun commento:

Posta un commento