sabato 31 ottobre 2009


Pitagora ieri ed oggi. Un concorso per le scuole

Pitagora simbolo di Crotone
"Pitagora ieri e oggi". L'invito agli alunni delle scuole crotonesi a raccontare Pitagora. Arriva dal Comune di Crotone che, attraverso gli assessorati all'Identità ed alla Pace e Futuro, propone a tutti gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado di presentare il proprio punto di vista rispetto alla figura di Pitagora provando anche a calarla nella realtà di oggi."Pitagora ieri ed oggi" è il titolo del concorso che il Comune ha bandito e che prevede l'assegnazione di tre borse di studio destinate agli studenti delle scuole primarie e secondarie della città di Crotone.I partecipanti dovranno presentare un elaborato ispirandosi alla figura di Pitagora.Il vincitore di ciascuna borsa di studio sarà premiato con un viaggio di cinque giorni all'isola di Samo, città natale del grande filosofo.Gli studenti interessati possono presentare i propri elaborati in un plico debitamente sigillato al Comune di Crotone - Dirigente settore 6, Piazza della Resistenza 1 - Crotone entro le ore 13.00 del 16 novembre 2009.L'intento del Comune è quello di sensibilizzare l'attenzione dei ragazzi su Pitagora la cui opera è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo e la cui figura è sicuramente il simbolo della città di Crotone.A tale scopo nell'iniziativa è stato coinvolto l'Ufficio Scolastico Provinciale ed i Dirigenti degli istituti scolastici crotonesi.
CROTONE : LA CULLA DEI PITAGORICI


Pitagora nacque a Samo e vi restò finchè non salì al potere un tiranno - Policrate di Samo - sfavorevole all'aristocrazia, nella quale Pitagora si identificava pienamente. Quello di Policrate non è un caso isolato: tutto il V secolo in Grecia (e non solo) è infatti una fase di passaggio da aristocrazia a democrazia (i tiranni infatti erano appoggiati dal popolo). Così Pitagora si vide costretto a fuggire esule a Crotone, nell'attuale Calabria. Ed è qui che egli fondò la scuola, la quale incontrò ben presto un irresistibile successo presso i ceti aristocratici ed i Pitagorici acquisirono un peso determinante nella vita politica di Crotone e delle località limitrofe. Nella scuola l'insegnamento, originariamente, non era affidato allo scritto, ma era impartito oralmente. Inoltre, entrare a far parte della scuola era molto difficile e quando si entrava non vi era la libertà di agire a piacimento: per un po’ di tempo si era, per così dire, Pitagorici "in prova", acusmatici, ossia ascoltatori di precetti che venivano impartiti senza che venisse mostrato il perchè: gli acusmatici di loro non dicevano nulla, ma si limitavano ad imparare i precetti dei Pitagorici già maturi . Interessante è il modo di definizione pitagorico: se ad esempio veniva loro chiesto che cosa fosse bello, rispondevano dicendo la cosa più bella. Era come se trasformassero la domanda "che cosa è bello?" in "quale è la cosa più bella?". E' interessante notare che Aristotele (Metafisica, I), quando ci parla dei vari filosofi che l’hanno preceduto, lo fa singolarmente, ma nel caso dei Pitagorici descrive collettivamente: la scuola stessa era caratterizzata da una vita collettiva (con tanto di comunione dei beni), religiosa e politica, in cui i legami interni erano fortissimi. A Pitagora fu attribuita la valenza di profeta e la sua figura sfumò presto nella leggenda. Le dottrine della scuola erano segrete e anche dopo la morte di Pitagora continuarono ad essere a lui attribuite le variazioni e le evoluzioni, immaginando che parlasse tramite la divinità: da qui nacque la famosa espressione ipse dixit ("l'ha detto lui in persona"), con la quale si indicava che ogni elaborazione non era altro che uno sviluppo delle dottrine del maestro Pitagora. Proprio per questo non sappiamo se il celebre teorema di Pitagora sia effettivamente suo o di qualcun altro a lui vicino. Tutto però ebbe fine quando nel 510 circa vi fu una rivolta democratica a Crotone che portò alla distruzione della scuola, che era di schieramento aristocratico. La tradizione narra che l' opposizione democratica crotoniate, guidata da un certo Cilone, assalì i Pitagorici nella loro sede e ne fece morire un gran numero nelle fiamme.

martedì 27 ottobre 2009




Uno dei più celebri simboli del crotonese: CAPOCOLONNA , il tempio ovvero quello che resta di esso




Eretto probabilmente sopra un precedente edificio di epoca arcaica, il tempio cui appartenne la colonna che vediamo ancora oggi, convenzionalmente denominato edificio A o tempio A, era certamente quello dedicato alla dea Hera Lacinia in quanto si tratta dell'edificio di dimensioni maggiori di tutto il santuario.A causa dei ripetuti saccheggi, del tempio di età classica, oggi non rimane che una sola colonna, parte del basamento e delle fondazioni. La colonna è alta m 8,35 ed è composta da otto rocchi a venti scanalature piatte.L'edificio presentava sei colonne sui lati corti, era quindi esastilo, di cui la colonna superstite, divenuta il simbolo della grecità d'Occidente, era la penultima verso Nord, e 15 sui lati lunghi. Le dimensioni generali dovevano essere di circa 57 metri di lunghezza e 22 metri di larghezza. L'accesso era ad Est, secondo l'uso tradizionale greco. I materiali impiegati per la sua costruzione erano il calcare e la calcarenite locali ed il marmo greco e delle isole Egee.






LA COLONNA


La colonna dorica di Capo Colonna è l'unica superstite del grande tempio di Hera Lacinia che si era conservato quasi integro fino al Cinquecento, periodo in cui cominciarono i primi saccheggi. Ma fu soprattutto con il vicerè di Spagna don Pedro di Toledo, nel 1543, che venne effettuato un massiccio prelievo di materiali da costruzione per attuare il poderoso piano di fortificazione che vide erigere il castello e le mura di Crotone e, successivamente, anche il porto della città.La colonna è alta complessivamente m 8,35 e presenta un fusto con venti scanalature piatte composto da otto rocchi sovrapposti (diametro inferiore m 1,68 e diametro superiore m 1,29). E' scolpita, come i blocchi del basamento, nella locale calcarenite conchiglifera ed era la penultima verso Nord delle sei colonne della fronte orientale, che nei templi greci era la facciata principale. Il piano di appoggio (stilobate) presenta indizi di una intenzionale pendenza rispetto all'asse verticale della colonna (cm 2,55 rispetto al piano orizzontale) e di una leggera inclinazione (cm 11,1) verso la retrostante cella del tempio. Tali accorgimenti segnalano una grande raffinatezza architettonica e servivano a correggere le divergenze che si sarebbero verificate a livello ottico se le sagome delle colonne fossero state effettivamente verticali. Il prospetto esastilo del tempio si offriva alla vista dei naviganti ed era volutamente enfatizzato da una poderosa piattaforma protesa verso il mare a formare una grande scalinata composta da dieci livelli di blocchi sovrapposti, ai piedi della quale doveva probabilmente trovarsi la zona più importante del santuario, meta dei pellegrini e punto di arrivo delle processioni sacre.


Cenni storici


La fondazione di Kroton avvenne sulla fine dell'VIII secolo a.C. ad opera degli Achei. Di tale evento la leggenda ha tramandato la storia di Myskellos di Rhype il quale, avendo interrogato l'oracolo di Apollo a Delfi ebbe l'ordine di fondare una nuova città nel territorio compreso fra Capo Lacinio e Punta Alice. Raggiunge il massimo splendore nel V° secolo, con la scuola filosofica, fondata da Pitagora; con la fiorente scuola medica, di cui si ricordano Alcmeone e Democede; con la vigoria dei suoi atleti, dei quali si ricorda, fra tutti, Milone, vincitore di molte Olimpiadi; con la bellezza delle sue donne, che fanno da modelle a Zeusi per il dipinto di Elena. La città antica ha un circuito murario di 12 miglia ed il fiume Esaro la divide in due parti. La sua zona di influenza (chora) si estende a sud fino a Locri; a nord fino a Sibari, che vince nel 510 a.C.; ad ovest fino al Mar Tirreno. A questo periodo risale l'Heraion di Capo Colonna, che della città greca costituisce uno dei templi extramuranei. In periodo romano, con il passaggio di Pirro e di Annibale la città si avvia ad irrimediabile declino e si restringe notevolmente, secondo le notizie riportate da Tito Livio e da Petronio. In periodo medioevale, a seguito delle continue invasioni barbariche, la città si restringe alla sola collina dell'attuale Centro Storico, ed è protetta da una cinta muraria che circonda l'abitato, seguendo l'andamento del terreno. Fino al Quattrocento la città ed il suo territorio sono feudo della famiglia Ruffo di Calabria, che li detiene con il titolo di marchese, da cui deriva il nome di Marchesato che ancora tutta la zona conserva. Nel 1531 la città, da feudale diventa pertinente del Regio Demanio, e Carlo V, nel piano di fortificazione delle zone costiere, ordina di provvedere alla costruzione di una nuova cinta muraria e del Castello. Il vicerè Don Pedro da Toledo fa iniziare detti lavori nel 1541, affidandone la cura all'architetto militare Gian Giacomo D'Acaja e successivamente al padovano Giovanni Maria Buzzacarino. La cinta muraria, a pianta poligonale, munita di cinque baluardi è protetta, da una parte, dal mare e, dalla restante parte, da ampi fossati e dalla cospicua elevazione. Nel 1799, sull'eco di quanto era accaduto a Napoli, anche a Crotone, la cittadinanza si impadronisce del potere ed innalza l'albero della libertà al posto del Seggio dei nobili. Ma la feroce repressione operata dalle truppe sanfediste del cardinale Ruffo, ha ragione dell'accanita resistenza della città, con grave saccheggio. Nel 1808 la città viene conquistata dai francesi che la detengono fino al 1815. In periodo borbonico la città è meta della sfortunata spedizione dei fratelli Bandiera, che sui trascorsi libertari della sua popolazione, contano per suscitare una insurrezione che si estenda a tutta la Calabria. Dopo l'Unità d'Italia la città vive una profonda trasformazione e nascono i presupposti per il suo sviluppo futuro, legati al porto ed alla produzione di energia elettrica, che agevola l'insediamento di grossi complessi industriali, ora dismessi. Il Regio decreto del 2 febbraio 1938 istituisce il Comune di Crotone

venerdì 23 ottobre 2009

Prima di tutto un po' di...... geografia

Crotone ('Cutrone in dialetto crotonese), è un comune della Calabria capoluogo dell' omonima provincia.La città è collocata sul versante est della Calabria, si affaccia sul Mar Ionio presso la foce del fiume Esaro e il territorio comunale fa parte dell'Autorità del bacino interregionale del fiume Esaro. L'altezza della città è di 8 m sul livello del mare. Il comune ha una superficie di 179,83 km², e conta circa 61.000 abitanti. Crotone è capoluogo di provincia dal 1994.
Il territorio è immerso interamente nella Area marina protetta di Capo Rizzuto e inoltre a fare un ulteriore supplemento a questo magnifico scenario, è presente il promontorio di Capo Colonna, anticamente detto Lacinio, che chiude la città in una grande conca che la divide dal Golfo di Squillace.
Il clima si presenta temperato. L'inverno è generalmente mite, anche se sono possibili temporanee ma repentine diminuzioni di temperatura con occasionali nevicate ,in caso di afflusso di aria polare. L'estate è calda ma discretamente ventilata dalla brezza di mare; solo in presenza di ondate di calore con venti di scirocco o libeccio, le temperature massime possono attestarsi attorno ai 40 °C ma con bassi tassi di umidità relativa. Le precipitazioni si concentrano principalmente in autunno, con massimo secondario invernale; tra la primavera e l'estate può accentuarsi notevolmente la siccità.

giovedì 22 ottobre 2009


Questo blog è dedicato a......


......quelli che hanno lasciato la propria terra natìa per far fortuna altrove


......quelli che hanno inseguito un sogno che nel paese di origine non si poteva realizzare


......quelli che hanno trovato l'amore e messo su famiglia lontano dai propri cari


......quelli che quando ritornano, non vorrebbero più ripartire