Ospedale Crotone e carenza infermieri
Il responsabile è il Piano di rientro. Non solo nel settore dei finanziamenti delle strutture sanitarie della provincia crotonese, ma anche nel comparto del personale sanitario e della sua rimodulazione. Perché secondo il Piano approvato dalla Giunta regionale della Calabria, il turn-over del personale ha subito un vero e proprio blocco. Nelle assunzioni. E se prima di novembre 2009, il mese in cui ha preso corpo il Piano di rientro, la situazione del settore infermieristico dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone era grave, adesso lo è maggiormente. Perché l’ospedale civile “San Giovanni di Dio” convive da tempo con un organico molto esiguo.
Per questo motivo i dipendenti sanitari dell’Asp pitagorica, con la Cgil-Fp e la Uil-Fpl, hanno avanzato alcune richieste alla dirigenza dell’Azienda azienda sanitaria provinciale di Crotone. Richieste che saranno enunciate anche venerdì in occasione di un’assemblea che si terrà alle ore 12 presso la biblioteca dell’ospedale crotonese. Durante l’incontro si discuterà inoltre della mancata applicazione del contratto integrativo aziendale 2006-2009. Contratto già approvato da tre mesi.
Tra le istanze emergono su tutte la programmazione da parte dei vertici aziendali, la richiesta di strutture idonee in cui lavorare, la dotazione di apparecchiature strumentali e ovviamente l’assunzione di personale infermieristico, tecnico e sanitario di base all’interno del presidio ospedaliero.
La mannaia dei tagli sembra avere colpito il settore infermieristico che allo stato attuale si trova a lavorare con una programmazione dei turni che sembra ledere il diritto legittimo del giorno di riposo. La programmazione, a detta degli infermieri del presidio ospedaliero, è infatti soggetta a manipolazioni continue e alla necessità di richiamare in servizio anche il personale in riposo. La conseguenza è allora una reperibilità 24 ore su 24 e non retribuita. Per questo motivo le sigle sindacali hanno deciso di tutelare i lavoratori facendo leva sui Decreti legislativi 626 del 1994 e 81 nel 2008, i quali mirano a difendere la sicurezza negli ambienti di lavoro e la prevenzione degli infortuni. Norme legittime che servono a vigilare sulle condizioni lavorative di un settore in crisi e di dipendenti costretti a coprire numerosi turni, rinunciando spesso alle ferie.
Erica Tancioni
Il responsabile è il Piano di rientro. Non solo nel settore dei finanziamenti delle strutture sanitarie della provincia crotonese, ma anche nel comparto del personale sanitario e della sua rimodulazione. Perché secondo il Piano approvato dalla Giunta regionale della Calabria, il turn-over del personale ha subito un vero e proprio blocco. Nelle assunzioni. E se prima di novembre 2009, il mese in cui ha preso corpo il Piano di rientro, la situazione del settore infermieristico dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone era grave, adesso lo è maggiormente. Perché l’ospedale civile “San Giovanni di Dio” convive da tempo con un organico molto esiguo.
Per questo motivo i dipendenti sanitari dell’Asp pitagorica, con la Cgil-Fp e la Uil-Fpl, hanno avanzato alcune richieste alla dirigenza dell’Azienda azienda sanitaria provinciale di Crotone. Richieste che saranno enunciate anche venerdì in occasione di un’assemblea che si terrà alle ore 12 presso la biblioteca dell’ospedale crotonese. Durante l’incontro si discuterà inoltre della mancata applicazione del contratto integrativo aziendale 2006-2009. Contratto già approvato da tre mesi.
Tra le istanze emergono su tutte la programmazione da parte dei vertici aziendali, la richiesta di strutture idonee in cui lavorare, la dotazione di apparecchiature strumentali e ovviamente l’assunzione di personale infermieristico, tecnico e sanitario di base all’interno del presidio ospedaliero.
La mannaia dei tagli sembra avere colpito il settore infermieristico che allo stato attuale si trova a lavorare con una programmazione dei turni che sembra ledere il diritto legittimo del giorno di riposo. La programmazione, a detta degli infermieri del presidio ospedaliero, è infatti soggetta a manipolazioni continue e alla necessità di richiamare in servizio anche il personale in riposo. La conseguenza è allora una reperibilità 24 ore su 24 e non retribuita. Per questo motivo le sigle sindacali hanno deciso di tutelare i lavoratori facendo leva sui Decreti legislativi 626 del 1994 e 81 nel 2008, i quali mirano a difendere la sicurezza negli ambienti di lavoro e la prevenzione degli infortuni. Norme legittime che servono a vigilare sulle condizioni lavorative di un settore in crisi e di dipendenti costretti a coprire numerosi turni, rinunciando spesso alle ferie.
Erica Tancioni
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