mercoledì 27 gennaio 2010

VIAGGIO VERSO IL SUD DELLA CALABRIA: LA LEGGENDA DI SCILLA E CARIDDI





Odissea, XII


L'altro scoglio, più basso tu lo vedrai, Odisseo,
vicini uno all'altro,
dall'uno potresti colpir l'altro di freccia.
Su questo c'è un fico grande, ricco di foglie;
e sotto Cariddi gloriosamente l'acqua livida assorbe.

Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe
paurosamente. Ah, che tu non sia là quando riassorbe.

(...)

Scilla ivi alberga, che moleste grida
Di mandar non ristà. La costei voce
Altro non par che un guaiolar perenne
Di lattante cagnuol: ma Scilla è atroce
Mostro, e sino a un dio, che a lei si fesse,
Non mirerebbe in lei senza ribrezzo,
Dodici ha piedi, anteriori tutti,
Sei lunghissimi colli e su ciascuno
Spaventosa una testa, e nelle bocche
Di spessi denti un triplicato giro,
E la morte più amara di ogni dente.

Le due rupi poste tra la Calabria e la Sicilia, affacciate sullo stretto di Messina, sono note fin dall'antichità per il pericolo che rappresentavano per la navigazione e ritenute sede di due terribili mostri chiamati con quei nomi. Scilla, sulla rupe posta in prossimità di Reggio Calabria, aveva dodici piedi e sei lunghi colli sormontati da altrettante teste; in ognuna delle sei bocche aveva tre file di denti e latrava come un cane. Cariddi, sulla costa siciliana, stava appostata invisibile sotto un alto albero di fico e tre volte al giorno inghiottiva le acque dello stretto, rivomitandole successivamente in mare.

Di Cariddi si sa ben poco ed anzi vi sono anche alcune incongruenze intorno alla sua storia.
Per alcuni infatti, Cariddi era ua ninfa, figlia di Poseidone (il mare) e di Gea (la terra) ed era continuamente tormentata da una grande voracità. Si narra che avrebbe rubato e divorato i buoi di Eracle e che Zeus, per punirla, l'avrebbe tramutata in un orribile mostro. Alcuni autori narrano invece, che la ninfa sarebbe stata uccisa da Eracle stesso, ma poi resuscitata da suo padre Forco. In ogni caso, si sa di certo che Omero fu il primo a parlarne, dicendo che il mostro ingoiava tre volte al giorno un enorme quantità d'acqua per poi sputarla trattenendo, però, tutti gli esseri viventi che vi trovava.

Sull'altra sponda, presso l'attuale città di Reggio Calabria, un tempo viveva un' altra bellissima ninfa di nome Scilla.Scilla era solita passeggiare sulla spiaggia e fare il bagno nelle acque limpide del mar Tirreno. Una sera, in quei luoghi incontrò un dio marino che si innamorò pazzamente della ninfa tanto da respingere per lei Circe. La maga, offesa e indispettita, decise di vendicarsi tramutandola in una creatura mostruosa. Così Scilla andò a nascondersi presso lo stretto di Messina in un antro là dove la costa calabra si protende verso la Sicilia. Da lì seminava strage e terrore tra i naviganti che imprudentemente le passavano vicino.
Per questo motivo, nell'antichità, tutti i naviganti stavano lontani da questi luoghi, tutti tranne il mitico Ulisse che spinto dalla sua proverbiale curiosità volle vedere in faccia i due mostri.

lunedì 25 gennaio 2010

"Cinquemila lire per ogni ebreo": Enrico Modigliani a Crotone per ricordare la Shoah

Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, la ricorrenza istituita dal Parlamento italiano come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, del fascismo e dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Nella mattinata del 22 gennaio, nella sala consiliare del Comune di Crotone, si è svolto il primo dei due incontri organizzati dalla locale amministrazione comunale nell'ambito dell'iniziativa "Dalle Leggi Razziali alla Shoah - dialogo con Enrico Modigliani".Nella sala consiliare Enrico Modigliani, superstite della Shoah ha incontrato gli studenti che hanno risposto all'invito dell'assessore alla Pace e al futuro Rosa Maria Romano. Durante l'incontro con i ragazzi Enrico Modigliani, attraverso fotografie e documenti, ha raccontato la storia di un popolo e la storia della follia umana, follia sfociata nelle persecuzioni, che lo stesso Modigliani ha subìto, in un passato, che Modigliani ha sottolineato “ non è così lontano".
Una delle scuole che hanno partecipato alla manifestazione, ha proposto un video, in cui l’introduzione raccoglie immagini, riflessioni, pagine del diario di Anna Frank e la struggente colonna sonora del capolavoro premio Oscar “La vita è bella” di Roberto Benigni.





Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.

(Primo Levi,Se questo è un uomo)

lunedì 18 gennaio 2010

Nicodemo ci manchi tanto!

L'asfalto bagnato, un sorpasso azzardato, i soccorsi che tardano ad arrivare: ecco come morì un ragazzo di 20 anni su una delle dissestate strade del crotonese!

Era una fredda sera di inverno di qualche anno fa. Pioveva a dirotto da parecchi giorni e le strade erano delle enormi pozzanghere. Nicodemo si era diplomato da alcuni mesi e quella sera stava andando a lavorare, come fanno al Sud, la maggior parte dei ragazzi di quell'età: il giorno vanno a scuola e la sera cercano di guadagnare qualche soldo. Perchè non c'è sempre lo stipendio di papà che permette loro di togliersi tutti gli sfizi !

Nicodemo era un giovane solare e gentile; amava molto uscire con gli amici e divertirsi. Frequentava la mia casa perchè era il migliore amico di mio fratello. Ricordo le loro risate quando chiusi in camera facevano i compiti o guardavano la TV. Ricordo il suono del clacson del suo motorino quando si fermava sotto casa e vedendomi affacciare al balcone mi diceva " Puoi dire a tuo fratello di scendere? " e io mi raccomandavo " Andate piano!". Era bello come il sole, quando vestito in giacca e cravatta, partecipò al mio matrimonio.

Poi quella sera, su quella maledetta strada che porta a Crotone centro. Sulla 107, lungo un tratto rettilineo, due camion erano in coda. Una macchina era ferma in una piazzola di sosta. Nel momento in cui l'auto si immetteva nella sua corsia, Nicodemo provava il sorpasso dei tir nella parte opposta. Perse il controllo della sua Fiat Panda . La strada stretta e dissestata non gli permise alcuna manovra e lo scontro fu inevitabile.
Fu una tragedia per la famiglia e gli amici.

Su quel punto della 107 dove Nicodemo morì, c'è oggi un mazzo di fiori. Ma purtroppo non è il solo.

L. Z.

giovedì 14 gennaio 2010

Tante promesse per un'unica vergogna!!!! La "strada della morte": il pericolo principale della costa ionica

La strada statale 106 Jonica (SS 106) è una strada statale che percorre 491 km da Taranto a Reggio Calabria, percorrendo tutta la costa ionica. Si tratta di un'arteria fondamentale per i trasporti calabresi, mezzo di comunicazione privilegiato per collegare la parte della regione che si affaccia sullo Ionio, sprovvista di autostrada.
Negli ultimi anni, tuttavia, è stata catalogata come una delle strade più pericolose d'Italia addirittura spesso nominata come "strada della morte", data l'elevata quantità di incidenti e scontri provocati dalle non ottime condizioni viarie, per la maggior parte senza spartitraffico e dotata di due semplici corsie di marcia.


La statale 106, teatro di frequenti incidenti mortali rappresenta attualmente l’emergenza assoluta, per le forze politiche, da affrontare e risolvere nel più breve tempo possibile. Oltre la drammatica situazione dei luttuosi incidenti, a cui bisogna porre rimedio immediatamente sollecitando maggiori controlli da parte degli organi competenti, per il rispetto da parte degli automobilisti delle più elementari norme di sicurezza stradale, a cominciare dall’alta velocità, che oggi viene affrontata comminando,qualche volta, sanzioni, ma non incidendo efficacemente sulla prevenzione, la statale 106, in condizioni così penose,rappresenta pure l’ostacolo più importante allo sviluppo economico del litorale ionico della Calabria.



La Procura della Repubblica di Crotone ha aperto un fascicolo, per il momento a carico di ignoti, sulla Ss 106 jonica, in riferimento alle criticita' dell'arteria e considerando che, anche di recente, si sono verificati numerosi incidenti stradali. Le indagini sono state affidate alla Sezione di Polizia stradale di Crotone. Nei giorni scorsi il procuratore Raffaele Mazzotta ha effettuato un sopralluogo sulla Ss 106, tra i Comuni di Isola Capo Rizzuto e Crotone. Il magistrato era accompagnato dal dirigente della Polizia stradale Ugo Nicoletti e dall'ispettore Simona Sannino, responsabile della squadra di polizia giudiziaria.

lunedì 11 gennaio 2010

Da Rosarno a Crotone: concluso il trasferimento dei clandestini in rivolta




CPA CROTONE, IL CENTRO PIU' GRANDE D'EUROPA




Sono poco meno di un migliaio, compresi i 320 arrivati da Rosarno nel corso della notte, gli immigrati ospitati attualmente nel Centro di prima accoglienza e richiedenti asilo (Cpa-Cara) Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto, alle porte di Crotone, il piu' grande d'Europa. Fino all'arrivo degli immigrati da Rosarno, gli ospiti erano in prevalenza curdi iracheni e curdi iraniani che rappresentavano il 70% del numero complessivo degli ospiti. Il centro di Sant'Anna, che occupa una grande area sulla quale fino a pochi anni fa si estendeva il Distaccamento dell'Aeronautica militare e ha sede di fronte all'aeroporto di Crotone, puo' ospitare complessivamente 1.458 persone nelle strutture Cpa e Cara. Recentemente al centro si e' aggiunta una nuova articolazione, il Cie, il centro di identificazione ed espulsione, che puo' ospitare 124 persone. Il centro S.Anna, nelle articolazioni Cpa-Cara e' un centro aperto, nel senso che la struttura apre alle 8 e chiude alle 20 e in questo lasso di tempo gli immigrati possono uscire liberamente senza essere sottoposti a controllo. La gestione di Centro di accoglienza e Cara e' affidata per i prossimi tre anni alla Confederazione nazionale della Misericordia d'Italia e alla Caritas. La Misericordia, in particolare, si occupa della logistica: accoglienza, vitto, trasporto, laboratorio donne, beni; la Caritas, invece, offre informative legali a favore degli immigrati, sostegno psicologico e organizza il corso di lingua italiana per adulti. I servizi sanitari sono affidati all'Azienda sanitaria provinciale di Crotone e il servizio di pulizia e' svolto dal Comune di Isola Capo Rizzuto.


Al Cpa gli immigrati dormono in container e tende. Un ospite su quattro viene dall’Afghanistan. Fuggono dalla guerra ma non hanno fatto i conti con la burocrazia. E per chi è transitato in altri Stati Ue, il Regolamento Dublino II blocca l’iter della domanda d’asilo.
Il centro è gestito da Misericordie e Caritas, che ricevono un’indennità di 30 euro al giorno per ogni richiedente asilo, che a pieno regime significa circa 18 milioni di euro l’anno.

I fatti di Rosarno

Distrutti auto e cassonetti, scontri con polizia. Feriti una donna e un bambino.

ROSARNO - Centinaia di auto distrutte, cassonetti divelti e svuotati sull'asfalto, ringhiere di abitazioni danneggiate. Scene di guerriglia urbana a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, per la rivolta di alcune centinaia di lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura e accampati in condizioni inumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un'altra struttura abbandonata. A fare scoppiare la protesta il ferimento da parte di persone non identificate di due extracomunitari con un'arma ad aria compressa e pallini da caccia. I feriti, tra i quali c'è anche un rifugiato politico del Togo con regolare permesso di soggiorno, non destano particolari preoccupazione, ma la volontà di reagire che probabilmente covava da tempo nella colonia di lavoratori ammassati nella struttura di Rosarno e di altri nelle stesse condizioni a Gioia Tauro in locali dell'Ex Opera Sila, era pronta a esplodere. In totale circa 1.500 extracomunitari, tutti impiegati nella raccolta degli agrumi e degli ortaggi.

IL CORTEO - Armati di spranghe e bastoni, gli extracomunitari, in gran parte provenienti dall'Africa, hanno attraversato la cittadina distruggendo centinaia di auto, in qualche caso anche con persone a bordo (le schegge dei vetri hanno ferito all’orecchio destro un bambino, che si trovava in auto con i genitori. Il bimbo è stato medicato e subito dimesso), abitazioni, vasi e cassonetti dell'immondizia. Questo nonostante l'intervento di polizia e carabinieri schierati in assetto antisommossa davanti ai più agguerriti, un centinaio di persone tenute sotto stretto controllo. Nel corso della serata sono arrivati rinforzi e, in un clima di forte tensione, si è intavolata una trattativa nel tentativo di fare rientrare la protesta. Ma poi la tensione è tornata a salire: polizia e carabinieri hanno fatto una carica di alleggerimento e alcune persone, cinque o sei, sono state fermate. Alcuni immigrati sono rimasti contusi in un contatto con le forze dell'ordine dopo che dal gruppo di stranieri era partita una sassaiola. I feriti sono stati portati in ospedale a Polistena. Anche un gruppo di giovani di Rosarno, un centinaio, è sceso in strada per seguire la situazione. Sul posto è arrivato il commissario prefettizio Francesco Bagnato che regge il Comune dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose avvenuto alla fine del 2008. Erano stati gli immigrati a chiedere di parlare con Bagnato.

FERITA DONNA - Dopo la fine della protesta, la tensione non è scesa e alcuni stranieri hanno organizzato un'altra manifestazione sulla strada statale 18 a Gioia Tauro, al confine con il territorio di Rosarno. Hanno bloccato un'auto con a bordo una donna e i due figli. La donna è stata colpita alla testa ed ha riportato una ferita lacero contusa e costretta a scendere insieme ai figli. Quindi la vettura è stata incendiata. Lungo la strada sono stati accesi dei focolai. La zona è presidiata dalle forze dell'ordine.

martedì 5 gennaio 2010

Il fiore all'occhiello dell'arte calabrese: i Bronzi di Riace


Quella dei Bronzi di Riace fu una scoperta sensazionale. Le due sculture furono infatti ritrovate nel mare Ionio, a 300 metri dalle coste di Riace in provincia di Reggio Calabria, nel 1972. Più precisamente nell'Agosto del 1972 il sub Mariottini immergendosi al largo di Riace scorge sul fondale un oggetto, che inizialmente non riesce ad identificare, si avvicina e scopre che dal fondo melmoso esce quella che lui identifica come una mano in bronzo. Mariottini segnalò il fatto alla Sovrintendenza e una squadra di subacquei professionisti vennero inviati sul posto, con l'aiuto di speciali apparecchiature e usando le dovute attenzioni i sub riportarono in superficie una statua di bronzo. Proseguendo l'indagine della zona interessata venne poi rinvenuta una seconda statua in bronzo.

Le statue furono con probabilità realizzate ad Atene e da lì furono rimosse per essere portate a Roma, forse destinate alla casa di qualche ricco patrizio. Ma il battello che le trasportava dovette affondare e il prezioso carico finì sommerso dalla sabbia a circa 8 metri di profondità. Non è da escludere che all’epoca fu già fatto un tentativo di recupero, andato infruttuoso così che le statue sono rimaste incastrate nel fondale per circa duemila anni, prima che ritornassero a mostrarci tutto il loro splendore.

Entrambe le statue sono raffigurate nella posizione definita a chiasmo, presentandosi con una notevole elasticità muscolare. Soprattutto la "statua A" appare di modellato più nervoso e vitale, mentre la "statua B" ha un aspetto più rilassato e calmo. Ma entrambe trasmettono una grande sensazione di potenza, dovuta soprattutto allo scatto delle braccia che si distanziano con vigore dal torso. Il braccio piegato doveva sicuramente sorreggere uno scudo, mentre l’altra mano impugnava con probabilità un’arma. La "statua B" ha la calotta cranica modellata in quel modo perché doveva sicuramente consentire la collocazione di un elmo di stile corinzio, oggi disperso.


lunedì 4 gennaio 2010

Un efficace rimedio contro i malanni invernali


Dalla terra delle clementine (Piana di Sibari) un eccellente agrume: le arance calabresi.




Le arance, come tutti gli agrumi, arrivarono nel continente europeo più di 2000 anni fa. La mitologia racconta che erano custoditi nel meraviglioso giardino delle Esperidi, nella parte occidentale del mondo allora conosciuto, e furono portati via da Ercole, che compì la sua undicesima fatica, dopo aver ucciso il drago messo lì da Giunone a guardia dei dorati pomi.

Invece la terra di origine degli agrumi è l’oriente e le prime notizie, nel mondo greco/latino, ci arrivano da Teofrasto di Ereso nel IV secolo a. C. Furono gli arabi, intorno al X secolo, a dare nuovo impulso alla loro coltivazione, per uso medico e culinario. Infatti il termine “arancio,” in Italia, fu introdotto proprio dagli arabi e fu subito adottato dal lessico popolare. Queste arance però non erano quelle dolci, ma quelle amare. Le dolci furono introdotte dai portoghesi, portate dalla Cina e, per non confonderle con le altre, le chiamavano “arance del portogallo”, termine ancora oggi in uso nel dialetto meridionale.

Oggi la Calabria, insieme alla Sicilia, rappresenta il maggior produttore di arance in Italia con 636.476 tonnellate (31% del totale nazionale)

Dal punto di vista qualitativo questo prodotto trova in Calabria, e nella terra delle clementine della Piana di Sibari, ideali condizioni nella fertilità del terreno e nel clima che, dunque, costituiscono il vero segreto della unicità qualitativa delle arance di queste terre, caratterizzandosi come uno dei migliori prodotti tipici calabresi

Forma rotonda molto consistente , buccia più o meno spessa, la parte esterna è ricca di ghiandole contenenti olio essenziale; la parte interna, bianca e spugnosa, è detta albedo o midollo; la polpa è formata da spicchi il cui numero varia da 5 a 12. Essa è composta da cellule ingrossate a forma di un piccolo otre allungato a punta contenenti un succo acquoso più o meno dolce-acidulo, colorato e profumato.

Uso gastronomico. Fresco tal quale, spremuto, per fare marmellate, liquori, canditi, dolci, piatti tradizionali, confetture, caramelle, bibite, gelati, per l’industria farmaceutica e cosmetica, sono questi gli usi più conosciuti.

venerdì 1 gennaio 2010

Another year is over, a new one has just begun.....

È Capodanno...

È Capodanno e le Stelle lo sanno...
che in gennaio risolverai ogni guaio;
che in febbraio chi ama la gente, di sicuro non perde niente;
che in marzo e aprile il tuo cuore si farà sentire;
che benvenuto sarà maggio, quando ti infonderà coraggio;
che in giugno, luglio e agosto la luce del cuore troverà posto;
che in settembre, ottobre e novembre, dipenderà da te il tutto e il niente;
e quando dicembre ragionier composto,
vorrà tirar le somme ad ogni costo,
ti troverà al tuo posto.
Non teme sentenza,
chi ha davvero creduto nella propria esistenza.