martedì 27 ottobre 2009




Uno dei più celebri simboli del crotonese: CAPOCOLONNA , il tempio ovvero quello che resta di esso




Eretto probabilmente sopra un precedente edificio di epoca arcaica, il tempio cui appartenne la colonna che vediamo ancora oggi, convenzionalmente denominato edificio A o tempio A, era certamente quello dedicato alla dea Hera Lacinia in quanto si tratta dell'edificio di dimensioni maggiori di tutto il santuario.A causa dei ripetuti saccheggi, del tempio di età classica, oggi non rimane che una sola colonna, parte del basamento e delle fondazioni. La colonna è alta m 8,35 ed è composta da otto rocchi a venti scanalature piatte.L'edificio presentava sei colonne sui lati corti, era quindi esastilo, di cui la colonna superstite, divenuta il simbolo della grecità d'Occidente, era la penultima verso Nord, e 15 sui lati lunghi. Le dimensioni generali dovevano essere di circa 57 metri di lunghezza e 22 metri di larghezza. L'accesso era ad Est, secondo l'uso tradizionale greco. I materiali impiegati per la sua costruzione erano il calcare e la calcarenite locali ed il marmo greco e delle isole Egee.






LA COLONNA


La colonna dorica di Capo Colonna è l'unica superstite del grande tempio di Hera Lacinia che si era conservato quasi integro fino al Cinquecento, periodo in cui cominciarono i primi saccheggi. Ma fu soprattutto con il vicerè di Spagna don Pedro di Toledo, nel 1543, che venne effettuato un massiccio prelievo di materiali da costruzione per attuare il poderoso piano di fortificazione che vide erigere il castello e le mura di Crotone e, successivamente, anche il porto della città.La colonna è alta complessivamente m 8,35 e presenta un fusto con venti scanalature piatte composto da otto rocchi sovrapposti (diametro inferiore m 1,68 e diametro superiore m 1,29). E' scolpita, come i blocchi del basamento, nella locale calcarenite conchiglifera ed era la penultima verso Nord delle sei colonne della fronte orientale, che nei templi greci era la facciata principale. Il piano di appoggio (stilobate) presenta indizi di una intenzionale pendenza rispetto all'asse verticale della colonna (cm 2,55 rispetto al piano orizzontale) e di una leggera inclinazione (cm 11,1) verso la retrostante cella del tempio. Tali accorgimenti segnalano una grande raffinatezza architettonica e servivano a correggere le divergenze che si sarebbero verificate a livello ottico se le sagome delle colonne fossero state effettivamente verticali. Il prospetto esastilo del tempio si offriva alla vista dei naviganti ed era volutamente enfatizzato da una poderosa piattaforma protesa verso il mare a formare una grande scalinata composta da dieci livelli di blocchi sovrapposti, ai piedi della quale doveva probabilmente trovarsi la zona più importante del santuario, meta dei pellegrini e punto di arrivo delle processioni sacre.


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